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 2004  settembre 19 Domenica calendario

Il ruolo dell’imperatore viene stabilito per la prima volta con la Costituzione dei 17 articoli (604 d

Il ruolo dell’imperatore viene stabilito per la prima volta con la Costituzione dei 17 articoli (604 d. C.): è la suprema autorità, ma prende ogni decisione d’accordo con i suoi ministri. I governatori amministrano in nome e per conto del governo; devono consultare gli altri funzionari e accettare le decisioni della maggioranza. Il codice è un abbozzo di monarchia costituzionale, simile a quello che è stata la Magna Charta per l’Inghilterra. La nuova Costituzione viene benignamente concessa dal sovrano in epoca Meiji (1868-1612). Approvata dopo 15 anni di lavori da un consiglio privato creato apposta viene promulgata l’11 febbraio del 1889 e entra in vigore nel 1890. L’imperatore, sacro e inviolabile, è al di sopra della parti politiche: esercita il potere legislativo d’intesa con la Dieta (il Parlamento), dichiara guerra, stipula trattati di pace e accordi internazionali, comanda le forze armate e controlla la pubblica amministrazione. La Dieta è composta di una Camera bassa elettiva, senza potere d’iniziativa, e di una Camera alta dei Pari, con diritto di veto su ogni proposta di legge. Dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale gli Alleati obbligarono l’imperatore a smentire la sua origine divina per tagliare le radici della mistica ultranazionalista. Cosa che Hiroito fece con solenne cerimonia il primo gennaio 1946 . Il testo originale fu redatto dal generale Mac Arthur e entrò in vigore il 3 maggio 1947. All’imperatore resta una funzione puramente rappresentativa, è «il simbolo dello Stato e dell’unità del popolo» e adempie funzioni cerimoniali. Il governo risponde al Parlamento (l’unico organo legislativo) composto dalla Camera dei Rappresentanti (i deputati) e dalla Camera dei Consiglieri (i senatori), entrambe elettive. Il Giappone rinuncia per sempre alla guerra, proclama eterni e inviolabili i diritti dei cittadini, tutela la parità fra i sessi e ratifica l’esclusione della successione al trono per le donne.