Puntaspilli, Grazia, n. 200 del 27 Agosto 1942, 17 gennaio 2005
Incompatibilità di carattere. Vi ho intrattenuto l’ultima volta sullo spinoso dilemma in cui si trova ogni signorina sospirante il matrimonio: se scegliere cioè per marito un uomo austero, o allegro (
Incompatibilità di carattere. Vi ho intrattenuto l’ultima volta sullo spinoso dilemma in cui si trova ogni signorina sospirante il matrimonio: se scegliere cioè per marito un uomo austero, o allegro (...). Ma non è questo il solo difficile problema da affrontare dalla ragazza che tiene a sposarsi, e soprattutto, a non doversene pentire in seguito. Ve ne sono altri e primo fra tutti quello che riguarda la famosa incompatibilità di carattere. Questa storia dell’incompatibilità di carattere è vecchia almeno quanto l’istituzione del matrimonio. Ma il male è che non se ne sente mai parlare che a matrimonio avvenuto, anzi, in genere, dopo qualche anno di vita comune dei due sposi. Perché? Semplicemente perché nessuno dei due futuri ha l’avvertenza di studiare l’altro, prima di esserne innamorato, cioè quando ancora non è entrato in quella divina fase della vita in cui anche le persone più intelligenti diventano dei perfetti imbecilli. Ho sottolineato la frase perché essa rappresenta la condizione essenziale che dovrebbe permettere di evitare ogni futura e tragica incompatibilità. Molti considerano che l’incompatibilità è solo grave quando sia grave il motivo della divergenza d’opinione che la determina. E in ciò hanno assolutamente torto. Un marito ed una moglie possono benissimo adorarsi fino alla morte anche se uno dei due va pazzo per i figli maschi e l’altro per le bambine; se uno adora gli sports e l’altro li detesta; persino se uno è cattolico e l’altro è protestante. Sono al contrario le piccole divergenze d’opinione che avvelenano l’esistenza delle coppie sposate. Ora io mi rendo perfettamente conto quanto sia difficile per una ragazza sottoporre un giovanotto, dopo due giorni di simpatica conoscenza ad un interrogatorio di questo genere: «Amate i cani? Ascoltate in tutto vostra madre? Dormite con le finestre aperte o chiuse? Siete puntuale nelle vostre cose?». Tutte queste piccole cose (pericolosissime per l’avvenire) bisogna cercare di conoscerle prima naturalmente con abilità. La stessa Eva non ha chiesto brutalmente ad Adamo se gli piacevano le mele. Gli è girata un po’ intorno, gli ha tirato i baffi scherzosamente (allora erano di moda) poi, con molto garbo... Ma queste cose non tocca a me insegnarvele. Le conoscete meglio di me....