L’Indipendente, 03/10/2004, 3 ottobre 2004
L’imperatore aveva nella sua dimora fino a 20.000 schiavi, senza contare quelli sparsi per l’Impero
L’imperatore aveva nella sua dimora fino a 20.000 schiavi, senza contare quelli sparsi per l’Impero. Per ogni vestito c’era lo schiavo specializzato: gli abiti da città erano curati dagli a veste forensi, quelli da indossare nella residenza imperiale dagli a veste privata, gli a veste triumphali si occupavano delle divise per le parate, gli a veste castrensi di quelle militari, gli a veste scaenica prendevano in consegna gli abiti per il teatro, gli a veste gladiatoria quelli per andare al circo. A corte ogni stanza, ogni vasellame, ogni oggetto aveva il suo schiavo-addetto specifico. E ogni parte del corpo dell’imperatore era assegnata alle cure di uno schiavo specializzato: c’erano gli aliptae (i massaggiatori), gli ornatores (i parrucchieri), i tonsores (i barbieri). I vari cerimoniali erano suddivisi in tanti gesti diversi, ognuno dei quali svolto da uno schiavo particolare, come in una moderna catena di montaggio. Ecco, allora, i nomenclatores che annunciano all’imperatore il nome dell’ospite, gli ab admissione che lo introducono nelle segrete stanze, i velarii che aprono le cortine per mostrare alla vista del padrone di casa il nuovo arrivato. La cucina era organizzata intorno a un esercito di schiavi valletti, degustatori, camerieri. E certo non mancavano a corte gli schiavi preferiti dagli imperatori, quelli che li facevano divertire, ovvero coristi, ballerini, nani e buffoni.