L’Indipendente, 03/10/2004, 3 ottobre 2004
Il commercio degli schiavi era un’attività molto redditizia al punto che alcune città divennero veri e propri mercati specializzati
Il commercio degli schiavi era un’attività molto redditizia al punto che alcune città divennero veri e propri mercati specializzati. A esempio, a Delo, durante l’apogeo del periodo repubblicano nel III-II secolo a.C., si arrivava a vendere anche 10.000 schiavi in un solo giorno. A Roma il primo mercato fu allestito nel 259 a.C., ma notizie frammentarie datano la prima asta per la vendita degli schiavi intorno al 396 a.C. I mercanti di schiavi si dedicavano alla loro attività pubblicamente, nelle strade o in veri e propri negozi. Ogni schiavo esposto aveva un suo prezzo che variava a seconda dell’età, della forza fisica e della cultura. Di solito per rendere noti i requisiti e le particolarità del proprio prodotto, i mercanti appendevano al collo degli schiavi un cartello che garantiva la loro provenienza e le loro abilità specifiche, con lo stesso valore dell’odierno ”made in”. Questo valore, a parte alcune eccezioni, restava invariato nel tempo e era equivalente al prezzo da pagare per l’acquisto.