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 2005  gennaio 17 Lunedì calendario

Con Marx in tasca. A diciannove anni si scrivono versi, e si vuol sperimentare il mondo. Ero così impaziente di conoscerlo che abbandonai la professione di insegnante, lasciai mio padre in prigione (del resto non potevo liberarlo), e senza denaro me ne andai in Svizzera come operaio

Con Marx in tasca. A diciannove anni si scrivono versi, e si vuol sperimentare il mondo. Ero così impaziente di conoscerlo che abbandonai la professione di insegnante, lasciai mio padre in prigione (del resto non potevo liberarlo), e senza denaro me ne andai in Svizzera come operaio. A quell’età, ora si è entusiasti, ora scoraggiati. Soprattutto si è ribelli. Le sofferenze dei miei genitori mi assillavano, nel collegio ero stato umiliato, e così sono cresciuto con le speranze dei diseredati, come un rivoluzionario. Che cosa sarei potuto diventare se non un socialista a oltranza, un ”blanchista” o addirittura un comunista? Avevo sempre una medaglia di Marx in tasca. La consideravo una specie di talismano.