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 2004  ottobre 10 Domenica calendario

«In famiglia ho sentito parlare delle sue gesta fin da bambino, perché un mio zio ha combattuto in Africa accanto a lui», racconta Edoardo Winspeare, salentino, 39 anni, regista, che tra qualche mese comincerà a girare La guerra privata del tenente Guillet, tratto dall’omonimo libro di Vittorio Dan Segre

«In famiglia ho sentito parlare delle sue gesta fin da bambino, perché un mio zio ha combattuto in Africa accanto a lui», racconta Edoardo Winspeare, salentino, 39 anni, regista, che tra qualche mese comincerà a girare La guerra privata del tenente Guillet, tratto dall’omonimo libro di Vittorio Dan Segre. L’occasione di cimentarsi con uno degli eroi dell’infanzia arriva dal suo collega e amico Marco Tullio Giordana che gli gira la proposta della società di produzione Cattleya di un film su Armando Guillet. Winspeare accetta: può finalmente raccontare le rocambolesche avventure di un uomo che, nato all’inizio dello scorso secolo, ancora oggi cavalca attraverso le brughiere d’Irlanda. « un personaggio che mi ha sempre affascinato. A una lettura superficiale sembrerebbe un uomo tutto d’un pezzo, giovane piemontese di nobile famiglia e ferrea fede savoiarda, imbevuto di valori militari e cavallereschi, desideroso di avventure e di gloria. Ma a un’analisi più approfondita emergono tutte le contraddizioni di un’anima quasi schizofrenica: giunto in Africa, infatti, scatta in lui una sorta di empatia con i popoli che la abitano e diventa egli stesso africano. un colonialista che a contatto con un continente sconosciuto ne è travolto, sopraffatto dalle sue meraviglie. Tanto da cambiare radicalmente il suo punto di vista: si veste da arabo, prega in arabo e addirittura si innamora di una bellissima eritrea. E rimane per un anno a combattere una guerra che non è più la sua, diventando una sorta di guerrigliero per l’indipendenza eritrea e trascinando con sé nella lotta musulmani, cristiani copti e ebrei falasha». «Per questo in Eritrea Guillet è ancora amatissimo, è stato il precursore della guerra di liberazione», aggiunge Pierpaolo Pirone, sceneggiatore del film insieme a Winspeare. «Quando è tornato lì è stato accolto come un capo di Stato e portato in elicottero a Cherù, dove aveva organizzato la famosa carica contro gli inglesi». Ma come è oggi questo novantaseienne Lawrence d’Arabia italiano? «Forte personalità, voce fermissima, palpebre immobili e occhi vispi e spalancati, grande autorevolezza, con qualcosa del felino, del predatore», dice ancora Winspeare che l’ha incontrato nella sua residenza in Irlanda. « al tempo stesso un inglese e un africano. Insomma, un vero italiano».