Varie, 15 gennaio 2005
TAROLLI
TAROLLI Ivo Castel Condino (Trento) 28 ottobre 1950. Politico • «[...] senatore dell’Udc è considerato il politico più vicino a Fazio. Un giorno, in piena bufera Parmalat, il suo collega di partito Gianluigi Magri arrivò a definirlo un ”ostaggio della sua amicizia personale con il governatore”. [...]» (’Corriere della Sera” 15/1/2005) • «[...] Maestro elementare, assurse a una certa notorietà tra le sue montagne trentine quando, trombato alle ”regionali” ma subentrato due anni dopo a Bruno Kessler, uno dei padri dell’autonomia morto nella primavera 1991, presentò un progettino per riconoscere la pensione anche a chi non aveva fatto una intera legislatura ma solo metà. Guarda caso: lui. Una proposta bocciata tra cori di indignazione. Le bocciature, però, non lo spaventano. Anzi, gli portano bene. Trombato alle politiche come candidato al Senato, entrò tra i recuperi. Trombato anche alle successive, fu di nuovo baciato dalla stessa fortuna. Col risultato che dalle sue parti si è fatto la fama di essere l’unico al mondo a finire sempre eletto dopo essere stato sempre trombato. Amico fraterno di Antonio Fazio nella buona (le vacanze trentine, sempre assieme alle rispettive mogli) come nella cattiva sorte (la tempesta [...] seguita alle intercettazioni del Governatore della Banca d’Italia troppo coccole con Gianpiero Fiorani), Tarolli è stato a lungo il responsabile economico dell’Udc. [...] Abituato da anni a dirottare allegre pioggerelle di pubblico denaro sul suo ridente borgo natio, Castel Condino, e le sue valli intorno [...]» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 18/11/2005). Nel 2005 la Diocesi di Trento rinunciò ai cinque milioni di euro che Tarolli le aveva fatto destinare dalla finanziaria: « e glielo avessero detto prima, povero senatore Ivo Tarolli! Ha fatto fuoco e fiamme per far assegnare alla diocesi della sua città (Trento) cinque milioni di euro per un evento interreligioso - di pace, dialogo, amore, fratellanza, eccetera - e proprio la diocesi, attraverso un suo ”house organ” (diciamo così) gli replica, sostanzialmente, con un ”no, grazie”. ”L’iniziativa personale del senatore Ivo Tarolli - dice infatti in un editoriale non firmato il settimanale diocesano ”Vita trentina”, diretto da don Ivan Maffeis - che in Finanziaria destina alla diocesi di Trento cinque milioni di euro non richiesti, oltre a destare sconcerto ed imbarazzo nei credenti, getta benzina sul fuoco di un anticlericalismo che giudica la Chiesa con la lente dei privilegi”. Si capisce, dice ancora l’editoriale, che ”a caval donato non si guarda in bocca, il proverbio però esprime una logica corrente, che non può essere quella della Chiesa. Infatti, se la sua mano destra non deve sapere cosa dona la sinistra, quando riceve a piene mani non può esimersi da una domanda etica. Ci sono biglietti vincenti della lotteria che costano troppo”. Inutile dire che l’uscita del zelante monsignore non è piaciuta per niente a Tarolli, il quale non solo crede che ”quelli del settimanale” siano stati messi su da ”giornali locali” che ce l’hanno con lui, ma che l’autore del corsivetto ”non abbia nemmeno parlato con quelli del piano superiore”. Insomma: don Ivan ha sparato grosso senza neppure informare il vescovo [...] In tutta questa disputa canonico-finanziaria, una cosa certa però c’è, e sono i 5 milioni di euro destinati alla diocesi trentina e oculatamente inseriti in un decreto fiscale che è servito a veicolare i desiderata di molti parlamentari e di altrettanti campanili. ”Due anni fa a Stoccarda - spiega Tarolli - si è tenuto un incontro interreligioso con rappresentanti di circa 150 confessioni cristiane e non. Tutti capiscono - spiega il senatore - quanto importante sia il dialogo tra le religioni di questi tempi e con i fatti di terrorismo ...” eccetera, eccetera. Insomma che cosa si decide a Stoccarda? Che Trento, per essere stata sempre ponte tra le culture religiose cattolica ed evangelica, per aver ospitato il famoso Concilio a tutti noto, e via discorrendo, è la sede giusta per ospitare con una periodicità da stabilire (ogni due anni, ogni quattro?) un bell’incontro interreligioso portatore di pace e dialogo. Ma poiché ”senza i quattrini non si canta la messa”, come dice il proverbio mai tanto calzante, e per attrezzare la città alla bisogna servono, per l’appunto, quei cinque milioni di euro e anche in fretta [...]» (Raffaello Masci, ”La Stampa” 18/11/2005).