15 gennaio 2005
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Roberts Rocky
• ROBERTS Rocky (Charlie Roberts). Nato a Miami Beach (Stati Uniti) il 23 agosto 1941, morto a Roma il 14 gennaio 2005. Cantante. «Il nero-italiano [...] Con Stasera mi butto e con Sono tremendo [...] segnò quella stagione indimenticabile in cui la canzone italiana sposò, come mai aveva fatto prima, il soul e il rhythm’n’blues che arrivavano dall´America. Come accaduto a molti suoi colleghi, soprattutto inglesi, che negli anni Sessanta incontravano difficoltà ad imporsi nel competitivo mercato di casa, dai Rokes di Shel Shapiro ai Primitives di Mal Ryder, anche Rocky Roberts raggiunse il massimo della sua fortuna artistica in Italia. Ma a differenza di altri seppe farsi apprezzare anche come personaggio televisivo. Il fisico atletico (aveva tentato in gioventù anche la boxe), le indubbie capacità di ballerino, lo imposero all’attenzione degli autori tv e in particolare di Enzo Trapani che gli aprì le porte della televisione. Anche al fianco dell’altra cantante soul americana adottata in Italia, la bellissima Lola Falana, come accadde nel 1967 nella trasmissione Sabato sera condotta da Mina dal mitico Studio uno di via Teulada con la regia di Antonello Falqui. Per la straordinaria notorietà che Roberts raggiunse grazie al successo delle sue canzoni, negli anni Sessanta lo volle anche il cinema: Stasera mi butto è anche il titolo del film del 1967 diretto da Ettore Fizzarotti che lo vede al fianco di Giancarlo Giannini, Nino Taranto, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lola Falana e Marisa Sannia. E nel 1968 recitò in coppia con Albano in Il ragazzo che sorride - Mattino di Aldo Grimaldi. Ma la carriera di Roberts non iniziò in Italia. Prima di lasciare gli Stati Uniti per l’Europa, nei primi anni Sessanta, Rocky Roberts aveva condiviso spesso i palcoscenici televisivi con Marvin Gaye e Paul Anka, pur non avendone raggiunto la stessa notorietà. Fu proprio negli studi di una tv che incontrò gli Airdales, da cui venne ingaggiato per una tournée in Francia che avrebbe cambiato il suo destino. Rocky Roberts venne folgorato dalla dolce vita sulla Costa Azzurra dove rimase per tre anni esibendosi nei locali notturni. Con gli Airdales arrivò poi in Italia, al seguito del successo del loro brano T-Bird, una cover da Billy Anderson che sarebbe diventata la sigla del programma radiofonico di Arbore e Boncompagni Bandiera gialla, e che con il testo in italiano di Antonio Amurri sarebbe più tardi diventata la nota Stasera mi butto con la quale nel ’67 Rocky Roberts vinse il Festivalbar. A Sanremo andò due volte senza però mai raggiungere la finale: la prima volta nel 1969, in coppia con Robertino per Le belle donne, un brano melodico che non ne valorizzava l’impronta soul. E nel 1970 con Accidenti in coppia con il Supergruppo. [...]» (Carlo Moretti, ”la Repubblica” 15/1/2005). «Con i suoi immensi occhiali neri, l’ampia onda che luccicava di brillantina, le spalle larghe su un fisico smilzo e poderoso, Rocky Roberts suscitava sorpresa in chi lo rivedeva all’improvviso in tv, in una di quelle tante parate farfallone all’insegna della nostalgia. Sembrava sempre quello di [...] quando - nel 1965 - Arbore e Boncompagni lo scelsero per la sigla della mitica Bandiera Gialla con la canzone T.Bird. [...] quegli indimenticabili Anni Sessanta nei quali cantò, fino all’esaurimento [...] Premio Festivalbar nel 1966, ”Stasera mi butto/ Stasera mi butto/ Mi butto con te”, nell’immaginario superficiale e un po’ disattento di tutti quelli della sua generazione sembrava essere l’unico pezzo targato Rocky Roberts, che all’anagrafe faceva Charlie Roberts: ed era davvero una sua bandiera, sia la canzone sia quella mossetta immancabile, a gomiti chiusi, che gli agitava i piedi e il corpo, mentre la cantava. I meno disattenti ricorderanno anche almeno Sono tremendo, altro tormentone più effimero però, sempre in quegli anni ruggenti: ”Con tutte le ragazze sono tremendo/ Le lascio quando voglio e poi le riprendo/ Nessuna mi resiste ma mi arrendo/ A una come te”. Sembra che davvero Rocky Roberts fosse tremendo con le ragazze, e anzi che fossero le ragazze ad esser tremende con lui. A leggere certe colleghe, sembra che il mondo sia nato con Sex and the City, invece le fanciulle ci davano sotto già molto tempo prima. [...] Dalla natia Miami Beach, Rocky Roberts era finito in Francia nei primi ’60 da militare. Era marinaio a bordo della Forrestal, e sulla nave aveva formato un gruppo di blues e rhytm’n’blues: [...] Per abbandonare la nave e darsi alla musica con il gruppo, in Francia, l’artista rischiò anche la corte marziale: lo notò in un locale a Cannes Eddie Barcley, un agente famoso, e lo scritturò per un disco. La prima formazione fu ”Rocky Roberts&the Airdales”, il bassista era Wess, che poi fu solista e duettò con Dori Ghezzi. Il successo dalla Costa Azzurra si allargò in Italia, e Rocky con un nuovo gruppo di cui Djivas era bassista arrivò prima al Piper di Viareggio e poi a quello classico di Roma, dove cominciò la saga di Stasera mi butto. E perché, Patrick, portava quegli occhialoni neri alla Ray Charles? ”La leggenda era che avesse una brutta cicatrice all’occhio figlia della sua attività di pugile, in realtà era cascato su un chiodo quando aveva tre anni”. In Italia Roberts trovò la seconda patria. Nel ’69 e nel ’70 partecipò senza troppo successo a due Festival di Sanremo, in seguito tornò in America ma continuò ad arrivare in Europa con tournées nelle quali ripercorreva l’amato rhytm’n’blues, i successi di Otis Redding e Wilson Pickett. [...]» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 15/1/2005). «’Ho deciso che mi butterò, e qualche cosa combinerò; questa volta non ci sono se, fermi tutti adesso tocca a me”. A questo punto Rocky Roberts partiva con il suo ritmo scatenato e tutti gridavano insieme a lui: ”Stasera mi butto, stasera mi butto, mi butto con te”. [...] Riscoperto alla fine degli anni ’80 nelle trasmissioni pop- nostalgiche, lui era l’unico ad apparire immune dai guasti del tempo, in mezzo a ex- giovani ye ye ormai senza capelli, imbolsiti, tristissimi. [...] Anche se bello proprio non era, di lui piaceva tutto: i vestiti stretti con i pantaloni corti sopra le scarpe di vernice nera, i capelli stirati più scuri della pece, i grandi occhiali neri rettangolari, un po’ Ray Charles un po’ Onassis. Piaceva soprattutto come ballava, elegante e disarticolato, come nessuno dei ragazzi italiani, da Forte dei Marmi e Rimini, non riusciva a fare. Allora Rocky Roberts aveva 28 anni. Era nato nel ’39, a Miami, in Florida. Aveva fatto di tutto, il servizio militare nella marina (fu anche nella base Nato di Napoli, dove Renzo Arbore ricorda di averlo visto cantare), il pugile (carriera interrotta per la frattura della mandibola) e il cantante. Si era associato agli Airedales di Doug Fowlkes, un gruppo di Rhythm and Blues che ha un posto di riguardo nella musica leggera italiana anche per il bassista Wess Johnson, rimasto pure lui in Italia per far coppia con Dori Grezzi. Con loro, Rocky aveva già fatto fortuna in Costa Azzurra, dove nel ’64 erano arrivati primi a un concorso di rock and roll. In quell’anno, a Roma, Arbore lo incontra di nuovo e prende la sua ”T- Bird” come sigla di Bandiera gialla, il programma radiofonico creato con Boncompagni. Ma è il ’67 l’anno d’oro. Un anno cominciato malissimo: a Sanremo, la morte di Luigi Tenco aveva fatto credere che in qualche modo la musica fosse finita. Invece no, lo show doveva continuare, e non c’era niente di meglio del ritmo pazzo di quel ragazzo di colore che faceva ballare e cantare tutti. Dal juke- box al cinema, il passo fu breve: in Italia si viveva ancora la stagione dei ”musicarelli”, i film con il titolo della canzone da hit- parade. Dopo Mina, Celentano, Rita Pavone, Gianni Morandi, fu anche la volta di Rocky, già nel ’67, ovviamente con Stasera mi butto. Rocky Roberts cantava e ballava, e con lui appariva la bomba black Lola Falana, con cui in Tv, a Senza rete, regalava non pochi brividi caldi. Stesso anno, un altro film, starring Iva Zanicchi (Una ragazza tutta d’oro di Mariano Laurenti). E l’anno dopo, mentre Rocky di nuovo furoreggia con Sono tremendo, lo troviamo in Il ragazzo che sorride di Aldo Grimaldi, protagonista Albano. Con un repertorio arricchito dalle traduzioni dei classici soul (dai Four Tops ad Aretha Franklyn), Rocky si era separato dal suo gruppo. Poi, purtroppo, qualcosa s’inceppò: e fu Sanremo a essergli fatale, con la melensa Le belle donne, 1969. L’anno dopo volle tornare al Festival con Accidenti, ma i tempi già stavano cambiando. La stagione del divertimento era finita, cominciavano gli anni di piombo. E Rocky decise di cambiare aria, andandosene in Spagna e Francia. Tornato sull’onda del revival, era più forte che mai. Tanto da partecipare all’edizione italiana, in teatro, della Febbre del sabato sera, fra il 2001 e il 2003, nella parte applauditissima del dj Monty. Certo, e senza dispiaceri né snobismi, sapeva lui per primo di essere quello ”tremendo” (’con tutte le ragazze sono tremendo”) , quello che stasera si butta, si butta con te. Guardandosi bene dal correggere la buffa pronuncia della doppia t che aveva ispirato tante parodie, tanti imitatori, e anche l’omaggio di Tonino Carotone. Era contento di essere rimasto lo stesso di sempre, uno dei tanti americani divenuti star lontano da casa ma ignoti ai propri concittadini, da Bongiorno a Don Lurio. Lui, Charles ”Rocky” Roberts di Miami, con due canzoni e la sua allegria si è guadagnato una fetta d’immortalità» (Ranieri Polese, ”Corriere della Sera” 1571/2005).