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 2005  gennaio 14 Venerdì calendario

3. la concordia trai due poteri (...) Le false e perverse opinioni sono tanto più da detestarsi, in quanto che mirano specialmente a impedire e distruggere quella salutare forza che la Chiesa cattolica, secondo l’istituzione e la missione del suo Divino Autore, deve liberamente esercitare fino alla consumazione dei secoli, non meno verso gli uomini singoli, che verso le nazioni, i popoli, e i loro Sovrani, e a distruggere quella vicendevole società e concordia di consiglio tra il sacerdozio e l’impero, che fu sempre vantaggiosa e fausta tanto alla Chiesa quanto allo Stato

3. la concordia trai due poteri (...) Le false e perverse opinioni sono tanto più da detestarsi, in quanto che mirano specialmente a impedire e distruggere quella salutare forza che la Chiesa cattolica, secondo l’istituzione e la missione del suo Divino Autore, deve liberamente esercitare fino alla consumazione dei secoli, non meno verso gli uomini singoli, che verso le nazioni, i popoli, e i loro Sovrani, e a distruggere quella vicendevole società e concordia di consiglio tra il sacerdozio e l’impero, che fu sempre vantaggiosa e fausta tanto alla Chiesa quanto allo Stato. (...) Ai tempi nostri si trovano non pochi, che applicando allo Stato l’empio ed assurdo principio del naturalismo, osano insegnare «che la migliore costituzione dello Stato ed il progresso civile esigono assolutamente che la società umana sia costituita e governata senza verun riguardo della religione come se non esistesse, od almeno senza fare veruna differenza tra la vera e le false religioni». E contro la dottrina delle Scritture della Chiesa e dei SS. Padri non dubitano di asserire: «La migliore condizione della società essere quella, in cui non si riconosce nello Stato il dovere di reprimere con pene stabilite i violatori della Cattolica religione, se non in quanto ciò richiede la pubblica quiete». Dalla quale idea (...) non temono di dedurre quell’altra opinione sommamente dannosa alla Chiesa cattolica e alla salute delle anime (...) cioè «la libertà di coscienza e dei culti essere diritto proprio di ciascun uomo, che si deve con legge proclamare in ogni società bene costituita, e essere diritto d’ogni cittadino ad una totale libertà, che non può essere limitata da veruna autorità vuoi civile, vuoi ecclesiastica, di manifestare e dichiarare i propri pensieri quali che siano sia di viva voce, sia per iscritto, sia in altro modo palesemente ed in pubblico» (...).