L’Indipendente, 17/10/2004, 17 ottobre 2004
FINOCCHIO
L’uso nel senso di ”omosessuale” è recente. In nessun documento è presente prima del 1863, quando apparve nel dizionario del Fanfani. Di origine toscana, si è diffuso dopo l’Unità nel resto d’Italia. Diverse e incerte le ipotesi sull’etimologia: c’è chi propone fenor culi (in latino: vendita del culo), chi lo ricollega all’ortaggio omonimo, perché ha il gambo vuoto, perché i finocchi ”maschi” sono più gustosi di quelli ”femmine”, o perché il finocchio è pianta agametica, cioè che si riproduce senza essere impollinata, e quindi non ha bisogno dell’altro sesso. La proposta di etimologia più comune ricollega i finocchi ai roghi medievali. Per coprire l’odore di carne bruciata sarebbe stato costume usare legno di ferula (quello spugnoso prodotto dalle piante di finocchio selvatico), oppure fasci di finocchi buttati nel fuoco. L’etimologia più corretta però è quella che mette in relazione il significato odierno di finocchio con quello che la parola aveva nel medioevo, e cioè ”persona dappoco, infida”, ”uomo spregevole”.