L’Indipendente, 17/10/2004, 17 ottobre 2004
Italians do it better. «Felice Italia! Felice Sicilia! Anche qui ci sono, come altrove, imbecilli che vorrebbero nuocere, ma raramente ne hanno la possibilità
Italians do it better. «Felice Italia! Felice Sicilia! Anche qui ci sono, come altrove, imbecilli che vorrebbero nuocere, ma raramente ne hanno la possibilità. Poiché il modo di considerare queste faccende è questione di intelligenza, il popolo italiano che è il più intelligente della terra le considera nel più indulgente dei modi, rendendosi inoltre conto del fatto che, per tutto il corso della sua storia, sono stati i nomi più gloriosi a inserirsi in una tradizione ereditata dalla Grecia che invano si cerca di rendere infamante: può darsi che essa non sia incompatibile con l’infamia, ma infine non lo è neppure con la gloria». Queste righe di Roger Peyrefitte ci svelano la fama di cui godeva il Belpaese. A Capri cercò rifugio Oscar Wilde, dopo essere uscito dalle galere britanniche. Purtroppo il suo soggiorno fu interrotto dalle proteste della piccola comunità britannica dell’isola che malvedeva la presenza di un pederasta così ingombrante. Il magnate tedesco Krupp era un ospite fisso dell’isola dei faraglioni. All’inizio del Novecento si suicidò in Germania dopo che la stampa socialista italiana, ripresa dai fogli tedeschi, svelò con piccanti dettagli le orgie che l’industriale organizzava nelle grotte e sul suo yacht. L’Italia rappresentava in quegli anni un buen retiro per i pederasti di tutta Europa. Intanto mancavano di fatto vere e proprie leggi repressive perché il nuovo Stato laico e liberale ereditava in parte il codice napoleonico, e volentieri lasciava vigilare sull’argomento solo i preti. Inoltre da noi i giovanotti (e i loro genitori) disposti a compiacere qualche riccone erano numerosi. Questo in sostanza ci rendeva sorprendentemente la prima meta del turismo sessuale. Nel frattempo c’è un altro fondamentale passaggio. Ancora una volta cambiano le parole per dirlo. Dal peccato l’attenzione si concentra sul peccatore. La sodomia lascia il posto all’omosessuale. L’atto, un tempo era infame, ma incidentale. Ora basta averlo praticato una sola volta per entrare per sempre nella categoria. Si diventa diversi. Dell’omosessualità non si rende più conto soltanto a Dio. Il peccato diventa scandalo e come tale coinvolge anche la politica e i giornali. I culattoni nel 1909 fanno dimettere il sindaco di Milano. Accade tutto all’improvviso, in primavera. Il Corriere della Sera sbatte in prima pagina il corpo dei pompieri, vanto della città. L’accusa è la più vergognosa: valorosi militi fanno marchette. Dentro la caserma si incontrano con gentiluomini danarosi e viziosi. In cambio ricevono gioielli e abiti vistosi. La storia la spiffera un gigolò invidioso, escluso dal piatto ricco. ll marchese Ettore Ponti, che guida la giunta meneghina, cerca di gettare acqua sul fuoco, ma i suoi pompieri non lo possono aiutare. Sull’orlo del Novecento conviene fermarsi. In questo secolo si apre un tetro abisso su cui non ci si può solo affacciare e un ventaglio di belle conquiste che sono ancora in corso. La fine della storia comunque ce l’hanno raccontata. A poco sono serviti roghi e persecuzioni. I culattoni hanno vinto, sono la maggioranza. E si possono permettere di bocciare persino un ministro Buttiglione.