L’Indipendente, 17/10/2004, 17 ottobre 2004
Quando i gay dipingevano cappelle. La morsa religiosa non è però sempre stretta. Nel Rinascimento italiano, a esempio, molti furono i personaggi famosi che ebbero amanti maschi
Quando i gay dipingevano cappelle. La morsa religiosa non è però sempre stretta. Nel Rinascimento italiano, a esempio, molti furono i personaggi famosi che ebbero amanti maschi. Subirono processi certo, ma sul rogo almeno non finirono. In ogni caso essere ricchi, celebri, e magari artisti molto apprezzati dalla curia rendeva le pene miti. L’età che colorò di capolavori chiese e basiliche delle città italiane fu anche il pretesto per fare tornare in auge qualcosa di simile al rapporto mentore discepolo dell’antica Grecia. Nelle botteghe d’arte spesso si consumavano amplessi vietati. I modelli amati finivano spesso sulle tele degli artisti amanti. Altrettano spesso queste storie diventavano poi dispute in qualche aula di tribunale. I verdetti però non erano scontati. Celebre a esempio il processo che sul finire del Quattrocento coinvolse tutto il laboratorio del Verrocchio, nel quale faceva pratica anche il giovane Leonardo da Vinci. L’accusa era chiara e circostanziata. Chi più chi meno avevano tutti approfittato delle grazie del giovanissimo garzone di bottega, quello addetto a miscelare colori, sbrigare faccende e pulire per terra. Dopo il dibattimento il giudice espresse l’ineffabile decisione: assoluzione per tutti tranne che uno, il piccolo mozzo. Ma le cronache riservano anche altro. Benvenuto Cellini partecipò a una festa che più che altro era un concorso di bellezza dove tutti gli invitati dovevano portar con sé la loro amante più bella per sottoporla al giudizio degli altri. Lui non solo vinse, ma sorprese tutti spogliando la sua compagna e svelando, solo a vittoria in pugno, che trattavasi di un bel giovinetto. Questi suoi appetiti lo portarono sul banco degli imputati più volte. Per sodomia venne anche condannato a pagare sanzioni e a trascorrere un soggiorno in gattabuia. Nel Seicento uno scandalo ancora più grosso coinvolse, seppure in via indiretta, Gian Lorenzo Bernini, costretto a tornare a Roma dalla Francia in fretta e furia per salvare il fratello beccato mentre fornicava con un chirichetto in pieno giorno dietro una statua del Campidoglio. Curiosamente di lì a qualche decennio i viaggiatori da tutta Europa iniziarono a arrivare in Italia proprio per l’amore di qualche ragazzetto. La meta preferita era di sicuro Capri. Ma Taormina, la costiera amalfitana e tutto il Sud più pittoresco esercitavano un fascino particolare su quei viaggiatori intrisi di spirito romantico.