Brani estratti dall’Enciclica di Pio X "Pascendi dominici gregis", 13 gennaio 2005
Il riformatore. Restano da dire per ultimo poche cose del modernista in quanto si atteggia a riformatore
Il riformatore. Restano da dire per ultimo poche cose del modernista in quanto si atteggia a riformatore. Già le cose esposte finora ci provano abbondantemente da quale smania di innovazione siano rosi questi uomini. E tale smania ha per oggetto quanto vi è nel cattolicesimo. a) Vogliono riformata la filosofia specialmente nei Seminari, sì che relegata la filosofia scolastica alla storia della filosofia insieme cogli altri sistemi passati di uso, si insegni ai giovani la filosofia moderna, unica vera e rispondente ai nostri tempi. b) Volendo riformare la teologia, vogliono che quella, che diciamo teologia razionale, abbia per fondamento la filosofia moderna. Chiedono inoltre che la teologia positiva si basi principalmente sulla storia dei dogmi. c) Anche la storia chiedono che si scriva e s’insegni con metodi loro e precetti nuovi. d) Dicono che i dogmi e la loro evoluzione debbono accordarsi con la scienza e la storia. e) Per il catechismo, esigono che nei libri catechistici s’inseriscano solo quei dogmi che siano stati riformati e che siano a portata dell’intelligenza del volgo. f) Circa il culto, gridano che si devano diminuire le divozioni esterne e proibire che si aumentino. Benché, a dir vero, altri più favorevoli al simbolismo, si mostrino in questa parte più indulgenti. g) Strepitano a gran voce, perché il regime ecclesiastico deva essere rinnovato per ogni verso, ma specialmente per il disciplinare e per il dogmatico. Perciò, pretendono che dentro e fuori si deva accordare con la coscienza moderna, che tutta è volta a democrazia; perciò dicono doversi nel governo dar la sua parte al clero inferiore e perfino al laicato e discentrare, Ci si passi la parola, l’autorità troppo riunita e ristretta nel centro. h) Le congregazioni romane si devono svecchiare; e, in capo a tutte, quelle del santo Officio e dell’Indice. i) Deve cambiarsi l’atteggiamento dell’autorità ecclesiastica nelle questioni politiche e sociali, così che essa si tenga estranea dai civili ordinamenti, ma pure vi si adatti per penetrarli del suo spirito. l) In fatto di morale, poi, danno voga al principio degli Americanisti, che le virtù attive devono anteporsi alle passive, e di quelle promuovere l’esercizio con prevalenza su queste. m) Chiedono che il clero ritorni all’antica umiltà e povertà; ma lo vogliono di mente e di opere consenziente coi precetti del modernismo. n) Finalmente non mancano coloro che, obbedendo molto volentieri ai cenni dei loro maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato [...].