Brani estratti dall’Enciclica di Pio X "Pascendi dominici gregis", 13 gennaio 2005
In Italia il modernismo nasce all’inizio del XX secolo, dall’esigenza di conciliare il cattolicesimo con la cultura e la società moderna
In Italia il modernismo nasce all’inizio del XX secolo, dall’esigenza di conciliare il cattolicesimo con la cultura e la società moderna. Parte fondamentale di questo movimento sono sacerdoti e intellettuali cattolici, che si fanno portavoce di un’esigenza di rinnovamento presso le alte sfere vescovili. Per loro la fede è il risultato di un’esperienza individuale, della propria coscienza, e deve armonizzarsi col progresso scientifico. Tuttavia con queste opinioni si attirano gli strali di papa Pio X che, nel settembre del 1907, dedica loro l’enciclica Pascendi dominici gregis, Sugli errori del modernismo, in cui ribadisce il suo odio contro tutto ciò che è novità, creando un clima di chiusura, intransigenza e ostilità verso ogni posizione innovatrice che durerà a lungo, ma che alla fine risulterà sconfitto. Introduzione. L’ufficio divinamente commessoCi di pascere il gregge del Signore, fra i primi doveri imposti da Cristo, ha quello di custodire con ogni vigilanza il deposito della fede trasmessa ai santi, ripudiando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome. La quale provvidenza del supremo Pastore non vi fu tempo che non fosse necessaria alla Chiesa cattolica: perché, per opera del nemico del genere umano, non mancarono mai uomini di perverso parlare (Act. XX, 30), cianciatori di vanità e seduttori (Tit. I, 10), erranti e consiglieri agli altri di errore (II Timo III, 13). Nondimeno è da confessare che, in questi ultimi tempi, è cresciuto oltre misura il numero dei nemici della croce di Cristo [...]. Ed a rompere senza più gl’indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell’errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo [...] a molti del laicato cattolico e, ciò ch’è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri d’ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima [...]. Ogni modernista sostiene e quasi compendia in sé molteplici personaggi, quelli cioè di filosofo, di credente, di teologo, di storico, di critico, di apologista, di riformatore.