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 2004  ottobre 24 Domenica calendario

GLi Usa scoprono la politica estera. La Guerra civile, inevitabile con un repubblicano alla Casa Bianca, ratificò l’inevitabile vittoria dei nordisti e gli Stati Uniti, nei successivi 40 anni, si trasformarono «da repubblica rurale in una nazione urbana e industriale» (ancora Teodori)

GLi Usa scoprono la politica estera. La Guerra civile, inevitabile con un repubblicano alla Casa Bianca, ratificò l’inevitabile vittoria dei nordisti e gli Stati Uniti, nei successivi 40 anni, si trasformarono «da repubblica rurale in una nazione urbana e industriale» (ancora Teodori). Una sola cosa continuava a mancargli: una politica estera. E fu un presidente oggi poco famoso a regalargliene una. William McKinley, eletto nel 1896 e rieletto 4 anni dopo, poco prima di essere ucciso, volle fortemente la guerra e la vittoria contro la Spagna del 1898, guadagnando agli Usa il controllo su Cuba e le Filippine, proiettando gli americani fuori dal loro Paese e l’America nel novero delle grandi potenze. Come aveva previsto de Tocqueville, fu questo il momento in cui il presidente degli Stati Uniti cominciò a liberarsi dai condizionamenti degli altri poteri appellandosi direttamente al favore di cui godeva presso il popolo. Peraltro, un punto altissimo dell’autonomia presidenziale coincise poi con una delle più cocenti sconfitte della Casa Bianca: il democratico Woodrow Wilson (1913-1921), uscito vittorioso dalla Grande Guerra, si vide negare dal Congresso la possibilità di continuare il suo impegno in Europa e dovette rassegnarsi, lui che ne era stato il promotore, all’idea che gli Stati Uniti restassero fuori dalla Società delle Nazioni (l’antenata dell’Onu). Il Novecento, comunque, ha visto progressivamente accentuarsi la centralità del ruolo presidenziale, anche grazie al sempre più importante ruolo internazionale degli Stati Uniti: basti citare il caso dei 4 mandati di Franklin Delano Roosevelt - dal 1933 al 1945, l’anno in cui morì - l’unico a violare la consuetudine inaugurata addirittura da Washington di limitarsi a 2 soli mandati (oggi non è più possibile: il Congresso nel 1951 s’affrettò a approvare il XXII emendamento che vieta una terza ricandidatura). Roosevelt, anche senza citare il New Deal, la sua entrata nella Seconda Guerra Mondiale e l’inquieta biografia di sua moglie Eleanor, è comunque uno spartiacque nella storia americana: il suo uso della tecnologia ricorda molto da vicino la sovraesposizione mediatica di Clinton o Bush jr. Roosevelt percorse migliaia di miglia in treno arrivando a tenere comizi fin nei villaggi più sperduti e inaugurò la tradizione di rivolgersi agli americani via radio per spiegare atti e strategie dell’Amministrazione. Anche nei mandati successivi la centralità della Casa Bianca continuò a aumentare esponenzialmente, esattamente come il numero dei componenti lo staff del presidente: nel secondo dopoguerra il popolo americano ha saputo amare e odiare i suoi presidenti, ma non ha potuto ignorarli.