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 2005  gennaio 13 Giovedì calendario

Dio volesse ch’io fossi uno stoccafisso. [...] Tu crederai, anzi penserai ch’io sia morto! Ch’io sia crepato? Ovvero scoppiato? No no! Non lo pensare, ti prego; ché pensare e cacare son due cose diverse! Come potrei scrivere sì polito se fossi morto? Come sarebbe possibile? Del mio lungo silenzio non mi voglio certo scusare, ché non mi crederesti per niente; ma, per quel che è vero resta vero! [

Dio volesse ch’io fossi uno stoccafisso. [...] Tu crederai, anzi penserai ch’io sia morto! Ch’io sia crepato? Ovvero scoppiato? No no! Non lo pensare, ti prego; ché pensare e cacare son due cose diverse! Come potrei scrivere sì polito se fossi morto? Come sarebbe possibile? Del mio lungo silenzio non mi voglio certo scusare, ché non mi crederesti per niente; ma, per quel che è vero resta vero! [...]. Ma ora posso aver l’onore di chiederti come stai e come ti porti? - se sono ancora aperte le vie naturali? - se hai ancora un po’ di tigna? - se mi sopporti ancora un pochettino? - se spesso scarabbocchi col gessetto? - se poi, di quando in quando, pensi ancora a me? - se talvolta non hai voglia di impiccarti? - se non eri un po’ arrabbiata? Con me povero buffone; se non vuoi esser sì gentile di fare la pace, o, sul mio onore, ne lascio partire uno! Ma tu ridi! - victoria! - i nostri culi saranno i segnali di pace! - Lo sapevo che non potevi resistermi più a lungo. Sì sì, sono sicuro del fatto mio, anche se oggi io dovessi fare ancora una cacca, benché fra 14 giorni parto per Parigi. Se dunque mi vuoi rispondere, di laggiù - da quella città di Augusta, scrivimi presto, perch’io riceva la lettera; altrimenti, se son già partito, invece della lettera ricevo uno stronzo. Stronzo! - Stronzo! - oh stronzo! - oh dolce parola! - stronzo! - squisito! - bello anche! - stronzo, squisito! - stronzo! - lecca - o charmante! - stronzo, lecca! - mi piace proprio! - stronzo squisito, e lecca! - squisito stronzo, e lecca, stronzo! [...]. E dimmi ancora: hai ancora quella faccenda spuni-cuni? Io credo di sì. [...] anche s’io avessi spazio, non saprei che cosa dovrei scrivere, a parte questa storiella [...]. Bene, per farla corta, c’era, circa quattro ore da qui - non so più la località - c’era in un villaggio o in un altro - ma poi la cosa non cambia, se il villaggio era Tribsterill, dove si rettificano i buchi di culo storti - [...]. Ora, vi era un pastore o pecoraio, che era già abbastanza vecchio, ma che appariva ancora robusto e vigoroso. Era scapolo, e ben provvisto, e se la passava bene. [...] un giorno, egli partì di lì con le sue pecore, ne possedeva ben undicimila; [...]. Dopo aver camminato per un’ora buona, si stancò, e si sedette lungo un fiume. Alla fine s’addormento, e sognò allora che aveva perduto le sue pecore, e per questo spavento si svegliò, ma con sua grande gioia ritrovò le sue pecore. Alla fine si alzò, e procedette oltre, ma non per molto; ché aveva appena camminato per una mezz’ora che giunse a un ponte che era molto lungo [...] egli guardò il suo gregge; e, dato che doveva attraversare, cominciò a spingere le sue undicimila pecore oltre il ponte. Ora abbi la degnazione di aspettare fin che le undicimila pecore siano dall’altra parte, allora ti finirò tutta la mia storiella. [...] Ma spero che, prima ch’io smetta di scriverti, esse saranno dall’altra parte; in caso contrario, non posso farci proprio niente; per quanto mi riguarda, possono rimanere al di qua del fiume. Frattanto, devi accontentarti di questo; ti ho scritto ciò che ne ho saputo. Ed è meglio ch’io abbia smesso piuttosto che aggiungervi qualche menzogna. Allora non avresti creduto a tutta la caca-storiella [...]. Ora devo chiudere, anche se mi secca molto; chi comincia deve anche finire, altrimenti disturba la gente; i miei saluti a tutti i miei amici, e chi non mi crede, mi deve leccare senza fine, da ora a tutta l’eternità, fin ch’io acquisti di nuovo coscienza. Certo, ha da leccare a lungo, lo temo proprio; ho timore che lo stronzo che m’esce fuori non basterà per la sua pappatoia. Adieu, cuginetta. Io sono, fui, sarei, sono stato, ero stato, sarei stato, oh s’io fossi, oh ch’io fossi stato, Dio volesse ch’io fossi, dovrei essere, sarò, s’io dovessi essere, piacesse a Dio ch’io fossi stato, che cosa? - uno stoccafisso [...]. Mannheim 28 febbraio 1778