Marika Viano, ཿLa Gazzetta dello Sport 11/1/2005;, 11 gennaio 2005
I dirigenti dell’Ajax, da sempre la squadra degli ebrei olandesi, stanno cercando di rendere più tenue questo legame
I dirigenti dell’Ajax, da sempre la squadra degli ebrei olandesi, stanno cercando di rendere più tenue questo legame. Motivo: quando i propri tifosi si lanciano nel coro «Joden! Joden!» (Ebrei! Ebrei!), gli ultras rivali rispondono spesso con roba tipo «Hamas, Hamas Joden aan’t gas!» (Hamas, Hamas gli ebrei alle camere a gas!). Bennie Müller, vecchia gloria (ebrea) dell’Ajax anni Sessanta: «Tutti quei cori che inneggiano alle presunte radici ebree dell’Ajax, e il controcanto antisemita, mi spezzano il cuore, non ce la faccio. Della mia famiglia materna, di undici figli, solo mia madre e due sue sorelle si sono salvate, ma perché erano sposate con un protestante». Il presidente John Jaakke: «Il nome di battaglia ”Ebrei” ha, in effetti, un’altra valenza sociale e storica rispetto a per esempio ”Superboeren” (’super contadini”, offesa lanciata contro i calciatori del Graafschap, una squadra dell’est rurale del paese, ndr). Quando parliamo di offensivo, intendiamo che è offensivo sia per il giocatore che per la tifoseria opposta. Ma in questo caso tale ostentazione è offensiva anche per una parte dei nostri stessi tifosi. A molte persone, e per questo non è necessario essere ebrei, dà molto fastidio quest’immagine e gli eccessi ad essa collegati. In ogni caso facciamo appello ai nostri tifosi affinché siano aperti a questo nuovo corso e vogliano collaborare con noi».