Candida Morvillo, "Vanity Fair" 13/1/2005, pagina 76., 13 gennaio 2005
Cosa è accaduto ad Alessandro Cecchi Paone dopo aver detto d’essere «omoaffettivo» ("Vanity Fair, 3 maggio 2004)
Cosa è accaduto ad Alessandro Cecchi Paone dopo aver detto d’essere «omoaffettivo» ("Vanity Fair, 3 maggio 2004). Chi gli vuole bene s’è «alleggerito»: «Parenti amici, collaboratori hanno sempre saputo. Quando mi sono separato da mia moglie avevo un compagno e neanche i miei genitori si sono scandalizzati. Ma in tutti ho sempre letto preoccupazione. Temevano che avessi problemi sul lavoro o in politica. Creavano, senza dirlo, una rete di protezione che poi si è trasformata in messaggi di entusiasmo. Al telefono erano: "Yuuu! Alè oh oh! Finalmente! Era ora!". Il "proteggiamolo" è diventato "sosteniamolo"». Ha molta più gente intorno: «Pensavo che sarebbero arrivati amici gay, invece sono circondato da nuovi amici eterossessuali e da amiche donne. Vado nelle discoteche eterossessuali e mi cantano "Sei un mito"». Ha ricevuto centinaia di e-mail: «Le più divertenti erano di gay che mi dicevano: "Sei bono conosciamoci in senso biblico"». Oggi non si definirebbe più omoaffettivo (lo fece per rivendicare il «diritto ai sentimenti dei gay»), ma solo gay «perché in questo momento prevale l’attrazione per gli uomini». Quando gli si fa notare che ha nemici sia tra i politici di destra che di sinistra, risponde: «Speriamo di trovare un Efestione che mi sostenga nella pugna».