Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  gennaio 07 Venerdì calendario

MEDICI Mita (Patrizia Vistarini).

MEDICI Mita (Patrizia Vistarini). Nata a Roma il 22 agosto 1950. Attrice. «[...] nel 1968, era già un fenomeno. Era la ragazzina del Piper, simbolo di una gioventù libera e sfrenata. Da allora ha recitato, cantato, ballato. In teatro, al cinema, in televisione. [...] ”I miei si sono separati quando avevo cinque anni [...] Quando a scuola se ne parlava io ero orgogliosa di essere diversa dalle altre [...] Avrei potuto ottenere di più però quando dovevo scegliere tra il lavoro e un’esperienza di vita, un amore, una curiosità. un viaggio non avevo dubbi e scomparivo. Non c’ero mai quando mi cercavano. Io ho vissuto sempre così, di corsa. Qualche volta troppo avanti, qualche volta troppo indietro. Una farfalla. E senza subire mai il fascino del potere [...] All’inizio andavamo al Piper di pomeriggio. Avevo 15 anni. Ero molto particolare, molto carina. C’era Luigi Tenco che veniva al Piper solo per vedermi ballare come una pazza per ore. A mezzanotte, quando andavo via, andava via anche lui. [...] Eravamo fricchettoni. [...] Vengo da una famiglia che non aveva rigidità. Una coppia strana. Mio padre, Franco Silva, attore, in giro per il mondo, controcorrente, diverso. Mia madre, bellissima, che si metteva i pantaloni di mio padre legati con lo spago mentre le altre mamme si vestivano con gonna larga e vitino stretto. La gente chiacchierava e mormorava. Ma a loro non gliene fregava niente. Andavamo in giro per l’Italia e ci fermavamo in riva al mare con le coperte e dormivamo sulla spiaggia. Mio padre era uno che guadagnava molto e spendeva tutto. Era un uomo straordinario, nel senso che non ha vissuto in maniera ordinaria. Non ha mai avuto una casa, è vissuto come un cane randagio, iscritto al Pci da ragazzo” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 31-32-33/1999).