Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  gennaio 06 Giovedì calendario

FEI

FEI Alessandro Saronno (Varese) 29 novembre 1978. Giocatore di pallavolo. Della Sisley Treviso, squadra con cui ha vinto quattro scudetti (2003, 2004, 2005, 2007). Con la nazionale ha vinto i Mondiali 1998, gli Europei 1999 e 2003, l’argento alle Olimpiadi di Atene (2004) il bronzo a quelle di Sydney (2000) • «Vita da minotauro della pallavolo. Ovvero, schierato un po’ in un ruolo e un po’ in un altro. Se non stai attento, rischi di perdere l’identità. Ma se sei forte, se hai carattere, se il talento non ti difetta, puoi diventare un dominatore. Eccolo qua, allora, Alessandro Fei, il ragazzone timido-timido che si è fatto largo a pallonate e che, ormai stabilizzato nell’incarico di schiacciatore opposto al palleggiatore, sta facendo faville. [...] Minotauro si era di costituzione, nella pallavolo d’un tempo, quella dei cosiddetti giocatori universali. Ma nell’era dell’alta specializzazione, si è inevitabilmente passati a ruoli ben definiti. Con rare eccezioni, magari occasionali: al Mondiale ”94, Andrea Zorzi fu impiegato da Velasco al centro perché l’opposto era Giani (che nel club, invece, giocava sotto rete...). Certo, poi nella finale vinta contro l’Olanda i due si scambiarono naturalmente le parti e fu quella una scelta decisiva. Però questa è un’altra storia. La vicenda di Fox-Fei è comunque differente, nel senso che il suo è un viaggio di andata e ritorno, tra murate e schiacciate. ”A Padova attaccavo dalla seconda linea, ma poi venni ribattezzato centrale. E così mi sono costruito carriera e reputazione”. Fino al Mondiale 2002, quando Andrea Anastasi, allora c.t., decise di usare Fei da opposto. L’Italia arrivò quinta, ma non certo a causa di quella novità. ”Anzi, sinceramente mi pare di essere andato bene, tant’è che alla fine... ho cambiato per sempre” [...] Della pallavolo, anni fa, non conosceva proprio nulla: il suo pianeta era infatti il calcio. Poi un amico gli fece vedere alcune partite della Sisley prima maniera. Scoprì il gioco e decise che gli sarebbe piaciuto ”diventare un centrale come Andrea Gardini, del quale sono poi stato compagno di stanza nelle trasferte con la nazionale”. [...]» (Flavio Vanetti, ”Corriere della Sera” 6/1/2004).