6 gennaio 2005
MAZZI Gianmarco.
MAZZI Gianmarco. Nato a Verona il primo luglio 1960. Manager. «Dopo una formazione classica ha conseguito la laurea in giurisprudenza con una tesi in diritto amministrativo dal titolo: L’intervento pubblico nel campo dello spettacolo fra promozione culturale e mercato. [...] Ma chi è davvero il direttore artistico-musicale del [...] Festival? Chi è lo ”sgnoccolone veronese” (definizione amichevole di Bonolis) [...] A ventuno anni Mazzi inventa con Mogol e Gianni Morandi la Nazionale italiani cantanti che in 23 anni raccoglie e devolve per fini umanitari 42 milioni di euro. Mazzi entra così anche nel mondo della musica, conosce i cantanti, affina quella rete di amicizie che gli tornerà utile negli anni. Nell’86 incontra Caterina Caselli e con lei contribuisce alla scoperta di giovani talenti come Ligabue, Masini e Baccini. Ma la svolta arriva nel’92 quando diventa il manager di Adriano Celentano. Dopo due anni come direttore della promozione della Cgd-Time Warner collabora ancora con Celentano per la realizzazione dell’album con Mina (’97) e poi per conto del Clan delle trasmissioni del Molleggiato su RaiUno Francamente me ne infischio (’99) e 125 milioni di ca...te (2001). Nel 2003 diventa consulente del direttore generale Cattaneo per la musica e direttore artistico-ombra per Tony Renis. Grazie a lui Celentano arriva all’Ariston come ospite a sorpresa. E gli ascolti si impennano» (c. m., ”la Repubblica” 6/1/2005). «[...] ”Direttore artistico? Preferisco considerarmi un avamposto del pubblico”. [...] cattolico praticante [...] sulla poltrona che fu di Gianni Ravera. Fisico da giocatore di rugby (altezza 1,94 per 93 chili), nelle intenzioni del padre - medico odontoiatra e ginecologo- doveva diventare notaio. [...] A Sanremo già con Renis e la Ventura, poi con Bonolis, sceglie cantanti e canzoni senza un’ora di Conservatorio alle spalle, ma con un singolare diploma. ”Amavo calcio e canzoni. Quando seppi che Italo Allodi, il direttore generale della grande Inter, teneva un corso per allenatori mi presentai”. Non ammesso: troppo giovane e poi ha i capelli lunghi, sentenziò Allodi. Detto e fatto: due ore dopo il ventenne Gianmarco si ripresenta con un taglio a spazzola. E viene ammesso. ”Ma da vicino il calcio mi piaceva sempre meno”. Così Mazzi accetta l’offerta di Mogol che sta mettendo su la calcistico-benefica Nazionale Cantanti. Di lì a diventare il confidente e in certi casi il manager dei maggiori cantanti italiani il passo è breve. Intimo di Lucio Dalla, Gianni Morandi, Ramazzotti, lavora con i Pooh e con Fabrizio De Andrè. L’immensa raccolta benefica attira i politici che più volte sfidano a pallone la Nazionale cantanti. ”Ho conosciuto bene Veltroni e Casini, ma ho legato soprattutto con Gasparri e La Russa diventati miei amici”. Mazzi diventa manager di Baccini proprio quando l’artista pubblica Nomi e cognomi dove, in una canzone, attacca Celentano. Il molleggiato vuol conoscere questo giovane sfrontato. Dall’incontro nasce un legame di amicizia e affari fra Mazzi e il Clan. E Mazzi-capelli-a-spazzola diviene uno degli autori del programma di Raitre Svalutation. Mazzi gioca su più tavoli: capo della promozione del gruppo CGD Warner, anima della Nazionale Cantanti, consigliere e intimo del Molleggiato e di Claudia Mori. lui il tramite fra Adriano e il resto del mondo. Cattaneo gli chiede di offrirgli di organizzare i Sanremo dopo la rottura Baudo-Rai. Risposta negativa. Passa qualche mese e, improvvisamente, quello che sembrava il mediatore a vita diventa a sua volta un candidato patron. Deve affiancare la Ventura e Tony Renis, ma soprattutto... mediare fra i due. ”Il vero successo fu riuscire ad andare in onda col boicottaggio dei discografici. E riuscire con una una telefonata a portare Celentano”. Si dice che Baudo non lo ami perché considera scarsa la sua cultura musicale. ”Spero non sia vero. Appartengo a quella formazione bipartisan, composta in prevalenza da siciliani, che ha fatto di tutto per far tornare Baudo in Rai”. Ma Mazzi ci capisce di musica? ”Sono un istintivo, ho pronosticato subito il successo di Negramaro e Povia”. [...]» (Mario Luzzatto Fegiz, ”Corriere della Sera” 3/3/2006).