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 2005  gennaio 05 Mercoledì calendario

CIGANER-ALBENIZ Cécilia. Nata a Boulogne-Billancourt (Francia) il 12 novembre 1957. Padre russo e madre spagnola, dal 1996 è sposata con Nicolas Sarkozy, presidente del Partito neogollista francese

CIGANER-ALBENIZ Cécilia. Nata a Boulogne-Billancourt (Francia) il 12 novembre 1957. Padre russo e madre spagnola, dal 1996 è sposata con Nicolas Sarkozy, presidente del Partito neogollista francese. Entrambi al secondo matrimonio, due figli ciascuno dalla precedente unione, hanno avuto insieme Louis. Cécilia si è dedicata totalmente alla carriera del marito e non nasconde di desiderare di entrare all’Eliseo al suo fianco. «In due è meglio. Cécilia Sarkozy non ha dubbi, e suo marito Nicolas, il grande rivale di Chirac, neppure. Perché, spiega madame nella prima intervista concessa a un giornale italiano, ”la politica è il più violento dei lavori e se decidi di viverla a tempo pieno devi dividere tutto. Altrimenti, è lei a dividerti, ad allontanarti’.
[...] taglia 40, alta, magra, occhi azzurri [...] è una donna di ferreo autocontrollo. Anche lei però si scioglie, si addolcisce, si appassiona per i ”suoi” tre buoni motivi: l’uomo che, dopo averla sposata a un altro, s’è perdutamente innamorato di lei, i tre figli e la politica. L’uomo è, ovviamente, Nicolas Sarkozy: era sindaco di Neuilly, sobborgo per altoborghesi parigini, quando celebrò le nozze tra Cécilia e Jacques Martin, allora una star della tv francese, una specie di Mike Bongiorno. Anni dopo, i Martin lo invitarono a un party e lui sedusse la padrona di casa: ” stato amore a prima vista. Lui s’è innamorato di me e io di lui. Da diciotto anni non ci lasciamo mai, neppure per un giorno”. I figli sono tre, due ragazze nate dal primo matrimonio con Jacques Martin e Louis [...] quando papà Nicolas viveva una fase di spietato isolamento politico: ”Ho una brutta notizia da darvi - annunciò il duro Sarkozy ai suoi colleghi chirachiani arrivando a una riunione di partito il 28 aprile del 1997 - . Da questa mattina c’è un Sarkozy in più. Si chiama Louis”. Il terzo amore di Cécilia, infine, è la politica. Ne aveva anche un altro, il pianoforte: lei, bisnipote di Isaac Albéniz, uno dei patriarchi della musica spagnola contemporanea, è stata una concertista virtuosa fino all’età di sedici anni. Poi, di colpo, ha deciso che non era la sua strada. Oggi, ogni tanto, rimpiange quella brusca interruzione: ”In Francia diciamo che è stato un acte manqué . Suono ancora, però”. Dopo, sono venuti gli studi di giurisprudenza, il lavoro come assistente parlamentare di un senatore: ”La politica mi piaceva già allora, ma non ero coinvolta nella vita di un partito. Tutto è cominciato con lui”. [...] La coppia è un caso abbastanza unico nella politica europea: lavorano insieme ufficialmente e se ne fregano delle critiche. Lei è il suo assistente numero uno, il suo vero capo di gabinetto. [...] Con i francesi, i Sarkozy si tengono in costante contatto. Viaggiano su e giù, curano il municipio di Nanterre, non si negano ai media. [...] ”Noi abbiamo deciso di mettere in pubblico la nostra vita perché è il modo migliore per difenderla”, spiega a sua volta Cécilia Sarkozy. E certo, bisogna mettere in conto la diffidenza: ”Da anni, da quando lavoro al fianco di mio marito, devo combattere contro lo scetticismo degli altri. Diffidano perché sono una donna e perché sono sua moglie, ma io sono al fianco di Nicolas da sempre, arrivo qui alle nove del mattino e me ne vado alla sera. C’ero prima di loro”. Sottinteso: e ci resterò.
C’è stata, Cécilia, anche nei sette anni di quella che definisce ”la traversata nel deserto”. Gli anni in cui Sarkozy venne bandito dalla cerchia di Chirac per aver sostenuto il rivale del presidente, Edouard Balladur. Lui, il ”poulain”, divenne ”il traditore”, detestato anche dalle due donne che contano davvero all’Eliseo: Bernardette, la moglie, e Claude, la figlia che nei primi anni Novanta lavorò al fianco di Sarkozy al punto che qualcuno immagina perfino una reciproca fascinazione.
Sette anni lontani dal potere. ”Non ne ho un ricordo malinconico. Anzi. Abbiamo viaggiato, abbiamo avuto il nostro bambino. Non puoi fare politica se non passi per la traversata del deserto. stata una fase non solo utile, ma necessaria. Fu allora che il governo cinese si fece vivo con mio marito, e anche gli americani. Avevano capito che Nicolas sarebbe stato comunque il futuro”. L’America, già. Cécilia ha un fratello che vive negli Stati Uniti, lavora alla Nasa ed ha preso la cittadinanza. Con suo marito, a Washington, ha incontrato George W. Bush e Condoleezza Rice. ”Lei sì che annulla una serie di luoghi comuni - si scalda Cécilia - . nera, è una donna ed è diventata la numero uno. Chapeau . Sono l’intelligenza e la determinazione a fare la differenza: non è una questione di sesso”. Sarko ”l’americano”, così diverso, anche in questo, dal multilateralista Chirac. Cécilia non nasconde le sue convinzioni: ”L’antiamericanismo è ridicolo. C’è del buono e del cattivo, laggiù, come da noi, in Europa. E comunque, come si può dimenticare che gli americani sono venuti in Europa a liberarci?”. [...]» (Maria Latella, ”Corriere della Sera” 4/1/2005).