Roberto Sabadini, "Il Sole-24 Ore" 2/1/2005 pagina 26, 2 gennaio 2005
Un riassunto del terremoto del 26 dicembre 2004 nell’Oceano Indiano. La causa è l’immersione della placca oceanica indoaustraliana al di sotto di quella australiana in prossimità dell’Indonesia, dove la pressione è fortissima perché la velocità di avvicinamento è ben sette centimetri all’anno
Un riassunto del terremoto del 26 dicembre 2004 nell’Oceano Indiano. La causa è l’immersione della placca oceanica indoaustraliana al di sotto di quella australiana in prossimità dell’Indonesia, dove la pressione è fortissima perché la velocità di avvicinamento è ben sette centimetri all’anno. A Santo Stefano la crosta ha ceduto a largo di Sumatra, fratturandosi per una lunghezza di un migliaio di chilometri e con un "rigetto", ossia con un movimento relativo ai due bordi della faglia, di circa una quindicina di metri. Lo tsunami è stato innescato da una particolarità dell’attività di faglia in quella zona: trattandosi di un sovrascorrimento di una placca sull’altra, alcuni pezzi di crosta si sono spostati in verticale innescando l’onda. Questo fenomeno, come ogni altro analogo, può modificare anche la rotazione terrestre, visto che alcuni pezzi di crosta si spostano anche rispetto all’asse di rotazione: nel caso del sisma asiatico si ipotizza un cambio di sei centimetri nell’asse, assolutamente irrilevante rispetto ai 40.000 chilometri di circonferenza della Terra (c’è chi ha lanciato un allarme clima dovuto allo spostamento dell’insolazione terrestre, che è però completamente privo di fondamento)