Sylvie Coyaud, "Il Sole-24 Ore" 2/1/2005 pagina 26, 2 gennaio 2005
Il metodo "Sodis", messo a punto dai ricercatori dall’Eawac - un istituto svizzero per la scienza e la tecnologia ambientale - per ottenere acqua potabile e distribuito agli abitanti delle discariche di Quito, in Ecuador, e dei campi profughi di Timor Est
Il metodo "Sodis", messo a punto dai ricercatori dall’Eawac - un istituto svizzero per la scienza e la tecnologia ambientale - per ottenere acqua potabile e distribuito agli abitanti delle discariche di Quito, in Ecuador, e dei campi profughi di Timor Est. Si tratta di una capsula di vetro e metallo che contiene paraffina da inserire in una bottiglia di vetro coperta con vernice scura (o fuliggine, fango e quant’altro), riempita d’acqua, tappata e lasciata al sole. Ogni tanto la si scuote per vedere se la paraffina oscilla nella capsula: se è liquefatta vuol dire che l’acqua ha raggiunto i 50° e dopo altre due o tre ore - a seconda della stagione e della latitudine - diventa potabile. Gli agenti patogeni che prosperano alla temperatura corporea (37°) vengono quasi tutti uccisi da una più alta