Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  dicembre 31 Venerdì calendario

Gorrieri Ermanno

• Nato a Sassuolo (Modena) il 26 novembre 1920, morto a Modena il 29 dicembre 2004. Politico. Sindacalista. «La fede gli aveva insegnato ad amare gli ultimi. La ragione gli aveva suggerito di non dimenticare i penultimi. [...] lo studioso che scoprì i poveri ignorati dal benessere, il profeta inascoltato che inventò i modi per aiutarli a tornare cittadini. [...] comandante partigiano ”bianco”, sindacalista, politico, storico, deputato, ministro; dove ha scritto i suoi studi da ”artigiano della ricerca sociale”, come La giungla retributiva del ’72 il cui titolo diventò un’espressione corrente del gergo economico-sindacale. [...] democristiano di sinistra mai pentito (fu l’unico astenuto quando Martinazzoli mise ai voti la nascita del Ppi: ma perché voleva una scelta ancora più ’progressista’), ministro del Lavoro in un effimero governo Fanfani dell’87, è stato sempre ”fermamente anticomunista e fermamente antifascista”, anche quando preferì a Berlusconi i vecchi avversari post-comunisti, portando i suoi Cristiano-sociali fondati nel ´93 assieme a Pierre Carniti in dote alla Quercia, non senza qualche sofferenza (’Dobbiamo proprio chiamarci ’compagni’?”, chiese garbatamente all’assemblea fondativa della ”Cosa 2”, Firenze, 1998). Del resto ai comunisti il comandante ”Claudio” ha dato più di un dispiacere, fin da quando, già comandante della Brigata Garibaldi ”Ferrari”, eroe (e principale storiografo) della Repubblica partigiana di Montefiorino, dopo il 25 aprile si sottrasse alla glorificazione in rosso della Liberazione, ripetendo che ”non c’era solo la Resistenza di noi giovani in armi, c’era quella delle famiglie semplici, senza ideologie, che ci nascondevano rischiando ben più di noi”. Catto-comunista, no. Piuttosto catto-giacobino: ”Eguaglianza, concetto in disuso” spiegò all’Università di Trento che lo laureava ad honorem in sociologia. "Non c´è libertà senza eguaglianza", specificò (la fraternità, per un cattolico è scontata). Ma ”eguaglianza” per lui non era l’’egualitarismo” livellante dalla sinistra radicale, né la generica ”pari opportunità” dei moderati. L’esperienza alla guida della commissione parlamentare sulla povertà, che nell’85 scoprì poveri undici italiani su cento, gli aveva insegnato che la vera eguaglianza in democrazia è la piena cittadinanza. Chi sta sotto il livello minimo, va aiutato di più. Ipocrita fare Parti eguali fra diseguali, come recita il titolo del suo ultimo libro preso in prestito a don Milani. Reddito minimo vitale, assegni per i figli, tasse e contributi misurati sul reddito familiare: battaglie combattute, spesso perdute, mai abbandonate» (Michele Smargiassi, ”la Repubblica” 30/12/2004).