Giovenale, Contro le donne, TEN, Roma 1993 a cura di C. Vivaldi, 29 dicembre 2004
In palestra. C’è la ricca signora che fa prendere i suoi vicini, povera gente, e li fa battere a sangue, incurante di qualsiasi preghiera
In palestra. C’è la ricca signora che fa prendere i suoi vicini, povera gente, e li fa battere a sangue, incurante di qualsiasi preghiera. Se un latrato rompe il suo sonno profondo: «Portate qui subito le verghe!» grida, ed ordina col volto pieno d’odio [che paura incontrarla!] di bastonare il cane e prima ancora il suo ignaro padrone. Costei fa il bagno di notte, di notte mobilita le bacinelle e tutti gli attrezzi suoi, fa dello sport, ci gode a sudare con chiasso. Finalmente quando non ne può più, quando le braccia crollano sotto il peso dei manubri, passa al massaggio, e lì l’operatore che la sa lunga le preme il grilletto con le dita finché su dalle cosce non esce un gemito affannoso. Intanto i suoi poveri ospiti la aspettano travagliati dal sonno e dalla fame. Arriva rossa in faccia, piena di sete tanto che berrebbe tutto [...].