Giovenale, Contro le donne, TEN, Roma 1993 a cura di C. Vivaldi, 29 dicembre 2004
Quando le donne stanno con l’amante. Eppia, moglie d’un grande senatore, è corsa dietro a una scuola di scherma sino a Faro sul Nilo ed alle mura infami d’Alessandria: le mirabili prodezze dei romani scandalizzano la corrotta Canopo addirittura
Quando le donne stanno con l’amante. Eppia, moglie d’un grande senatore, è corsa dietro a una scuola di scherma sino a Faro sul Nilo ed alle mura infami d’Alessandria: le mirabili prodezze dei romani scandalizzano la corrotta Canopo addirittura. Eppia dimenticò casa, sorella, marito, patria, lasciò i figli in lagrime e - cosa più incredibile - le gare del circo e il grande Paride. Sebbene abituata sin da bimba agli agi, solita riposare sulle piume in una culla filettata d’oro, disprezzò il mare, i suoi rischi, le sue durezze come aveva disprezzato l’onore (ma le nostre nobildonne non sanno cosa farsene, è notorio). Sopportò di gran cuore le tempeste del Tirreno, i clamori dello Ionio, passando imperturbabile da un mare all’altro. Valle a capire le donne! Se per caso si trovano in pericolo per un motivo serio, eccole lì gelide di paura, con le gambe che non le reggono, pronte a svenire: ma con quale coraggio invece affrontano i rischi nelle più turpi avventure! Se l’ordina il marito, ahi che fatica imbarcarsi: la stiva come puzza, il cielo come gira sulla testa. Se sono invece con l’amante, tutto funziona a meraviglia, testa e stomaco. Col marito rigettano, con l’altro mangiano allegre insieme ai marinai, corrono per il ponte, si divertono a maneggiare quei duri cordami. Ma sai Eppia di chi s’innamoro? Sai per quale spettacoloso fusto tollerò che la gente la chiamasse la «gladiatora»? Per Sergiuccio, un tipo mica di primo pelo, anzi già pronto quasi ad andarsene in pensione, tutte cicatrici sulle braccia. E aggiungi un mucchio di sfregi sulla faccia: un gobbo enorme sul naso, regalatogli dall’elmo, un occhietto un pò guercio, lacrimoso. Pure era un gladiatore: ecco che cosa fa di tutti costoro dei Giacinti, e li fa preferire a patria e figli, a sorella e marito! Amano il ferro queste donne. Fà un poco che Sergiuccio se ne vada a riposo e tu vedrai Eppia trovarlo brutto, quasi quasi peggio di quella spia di Veientone [Vissuto ai tempi dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.), ndr].