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 2004  novembre 14 Domenica calendario

Il complotto in sala d’attesa In quegli anni quasi tutti quelli che contavano nel governo italiano e nel partito fascista erano loro pazienti: Galeazzo Ciano, il duca Pietro Acquarone, Dino Grandi, Alessandro Pavolini, Attilio Teruzzi, Giuseppe Bottai, Pietro Badoglio, il generale Maraffa, Ettore Muti, Dino Alfieri, il colonnello Galli e molti altri

Il complotto in sala d’attesa In quegli anni quasi tutti quelli che contavano nel governo italiano e nel partito fascista erano loro pazienti: Galeazzo Ciano, il duca Pietro Acquarone, Dino Grandi, Alessandro Pavolini, Attilio Teruzzi, Giuseppe Bottai, Pietro Badoglio, il generale Maraffa, Ettore Muti, Dino Alfieri, il colonnello Galli e molti altri. A pochi metri dal loro studio, si trovavano il ministero della Guerra, il ministero dell’Agricoltura e Foreste e il Quirinale. Questi personaggi avevano preso l’abitudine di incontrarsi nella loro sala d’aspetto, senza neanche avere fissato un appuntamento con la segretaria. Il più assiduo a questi incontri pare che fosse Pietro Badoglio, se non altro per il pessimo stato in cui versavano i suoi denti. I Hruska scoprirono che, a loro insaputa, da più di un anno proprio nel loro studio era stato organizzato il complotto contro Mussolini che portò alla sua destituzione da parte del Gran Consiglio il 25 luglio 1943, con l’approvazione dell’ordine del giorno Grandi. Fu il duca Acquarone, il ministro della Real Casa, a vuotare il sacco una mattina di maggio del 1943, mentre si accingeva a sedersi sulla poltrona per un nuovo trattamento. Raccontò che il re, attraverso di lui, stava tramando insieme ai congiurati e agli Alleati. I Hruska avevano scoperto che il colonnello Galli si serviva del loro telefono in anticamera per chiamare la Svezia e il Portogallo e trattare direttamente con gli Alleati, trascurando del tutto il fatto che avrebbe potuto essere smascherato dalle bollette telefoniche. Si serviva come codice de La Vita di Gesù Cristo, in particolare leggeva a alta voce al telefono il passo del tradimento di Giuda. La cosa curiosa fu che nessuno di quelli che votarono contro la destituzione di Mussolini era stato loro paziente. Mussolini fu arrestato, sembra all’insaputa dei partecipanti al complotto, ma con la volontà solo di Badoglio, di Acquarone e del re. Ironia della sorte: si racconta che uno dei pochi libri che la moglie Rachele riuscì a spedire a Mussolini dopo l’arresto fosse La vita di Gesù Cristo. La poltrona del dentista era una sorta di confessionale. Vi si confessò anche Galeazzo Ciano nel 1939 quando, di ritorno da un incontro con Von Ribbentrop a Salisburgo, si era precipitato dai Hruska a causa di un forte dolore ai denti. Finito l’intervento non si voleva alzare. Ce l’aveva con i tedeschi, con l’asse Roma-Berlino, con l’arroganza di Ribbentrop: «Non c’è niente da fare, arriveremo alla guerra mondiale, e anche l’Italia vi sarà trascinata, trascinata in una guerra alla quale non siamo minimamente preparati». Morì, dicono, guardando in faccia il plotone di esecuzione. I militi delle Brigate Nere, scelti per uccidere i partecipanti al complotto, ebbero in premio l’entrata libera nei locali notturni di Milano, tra i quali l’Hagi in Galleria del Corso e il Papillon Doreé del Trianon. Ettore Muti non era stato protagonista del complotto, sebbene ne fosse informato. Al posto degli incisivi aveva una protesi provvisoria applicatagli da Kurt Hruska e non voleva saperne di rimuoverla, perché era convinto che gli avrebbe portato fortuna. Non bastò: fu assassinato a tradimento per ordine di Pietro Badoglio, perché sapeva troppo. La ”sede del governo” della Repubblica di Salò fu fissata a Villa Feltrinelli a Gargnano sul lago di Garda. Mussolini era sostanzialmente un prigioniero in mano ai tedeschi.