Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  novembre 14 Domenica calendario

Dalla boemia di bocca in bocca Dentisti da generazioni, erano un’antica famiglia di origine boema

Dalla boemia di bocca in bocca Dentisti da generazioni, erano un’antica famiglia di origine boema. Il capostipite, Joseph, aveva frequentato l’cole Dentarie a Parigi, quando Parigi era ”la mecca dell’odontoiatria” e della medicina in generale. L’cole era stata fondata da un medico proveniente dall’America, di nome Thomas Evans, dentista personale della moglie di Napoleone III e, forse, per lei anche qualcosa di più... Si stabilì successivamente a Innsbruck, dove a quel tempo di dentisti non ce n’era neanche uno. La fama della sua abilità si sparse così velocemente che dovette aprire diverse succursali a Bressanone, Verona e Trento. Aveva bisogno di aiuto in famiglia. E così la tradizione di essere dentisti fu tramandata da padre in figlio e da figlio in nipote: da Joseph a Arturo, da Arturo a Aga, Kurt e Tully. Grazie all’influenza di un alto funzionario dello Stato russo, il Principe Kurakin, che fu suo paziente, Arturo Hruska divenne dentista ufficiale degli zar di Russia e lo fu fino allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914. La cosa fece grande scalpore sui giornali: era la prima volta che un dentista di lingua tedesca veniva chiamato dagli zar. Il contratto fu stipulato solo per i mesi estivi, perché gran parte dell’aristocrazia russa solitamente svernava sulle coste francesi e italiane. A San Pietroburgo passarono da lui tutti i principali dignitari russi, compreso Rasputin. Pare che questi fosse affetto da un certo priapismo causato da una forma di leucemia. Ma lui, molto pieno di sé, mise in giro la voce che quello fosse un dono divino. Intanto nel 1903 Arturo Hruska aveva aperto uno studio a Gardone e nel 1912, visto l’alto numero di clienti milanesi che lì soggiornavano per le vacanze, anche a Milano. Ancora dopo la prima guerra mondiale rimase uno dei pochi dentisti in Italia, professione allora pressoché sconosciuta e per la quale era richiesta soltanto una laurea in medicina generale. A Gardone avevano un vicino di casa un po’ particolare: Gabriele D’Annunzio. Era stato sistemato da Mussolini in una frazione di Gardone nel 1921, perché non disturbasse troppo. Sia Gabriele D’Annunzio che il figlio furono loro pazienti. Il figlio aveva ereditato dal padre la statura, la pelata e la pessima dentatura. Nel 1934 D’Annunzio spedì dai Hruska la sua amante Ester Pizzuti con una lettera in mano. In questa lettera D’Annunzio pregava il dentista di toglierle il difetto di digrignare i denti, cosa che non lo faceva dormire di notte. In realtà anche il vate, probabilmente a causa dello smodato uso di cocaina, digrignava i denti. Tanto fece che alla fine riuscì a staccarseli tutti. Aveva una paura folle del dentista e ci andava solo per farsi togliere la placca. Compito non facile, per il tremendo alito che pare avesse. Anche Vittorio De Sica fu loro cliente: era terrorizzato dall’idea di dovere mettere una dentiera, cosa che gli avrebbe compromesso la carriera. Si fece rinforzare tutti i denti, scongiurando così il temuto pericolo.