Francesca Caferri, "la Repubblica" 29/12/2004 pagina 29, 29 dicembre 2004
"On Apology" è il titolo d’un libro col quale Aaron Lazare, preside di medicina all’università del Massachusetts, ha tentato di convincere gli americani che chiedere scusa non significa umiliarsi e perdere la faccia, ma è piuttosto una «delle più profonde interazioni che possano verificarsi tra due persone: è qualcosa che libera la mente da sensazioni di profonda colpevolezza, elimina il desiderio di vendetta e permette di restaurare relazioni che si credevano irrimediabilmente danneggiate»
"On Apology" è il titolo d’un libro col quale Aaron Lazare, preside di medicina all’università del Massachusetts, ha tentato di convincere gli americani che chiedere scusa non significa umiliarsi e perdere la faccia, ma è piuttosto una «delle più profonde interazioni che possano verificarsi tra due persone: è qualcosa che libera la mente da sensazioni di profonda colpevolezza, elimina il desiderio di vendetta e permette di restaurare relazioni che si credevano irrimediabilmente danneggiate». A sostegno della sua tesi, Lazare cita i mea culpa del presidente Clinton (quello in mondovisione sull’affaire Lewinsky o quello recitato in Africa per i secoli della schiavitù) e dell’allora aspirante governatore Arnold Schwarzenegger, che si scusò per aver molestato alcune donne