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 2004  novembre 21 Domenica calendario

La situazione è molto più grave di quanto si potesse supporre. Mentre mi avvicinavo con le navi alla casa di Rectina, una parte della montagna è franata impedendoci non solo di avvicinarci alla riva, ma anche solo di pensare di poter salvare le persone che si trovano lì

La situazione è molto più grave di quanto si potesse supporre. Mentre mi avvicinavo con le navi alla casa di Rectina, una parte della montagna è franata impedendoci non solo di avvicinarci alla riva, ma anche solo di pensare di poter salvare le persone che si trovano lì. Spaventato eppure convinto che la fortuna aiuta gli audaci, ho puntato le quadriremi verso Stabia, proprio dalla parte opposta del Golfo rispetto a Miseno. Lì si trova il mio amico Pomponiano: l’ho trovato che aveva già caricato le navi con tutti i suoi averi, trattenuto a riva dal solo vento contrario. Intanto dappertutto è cominciata a cadere una cenere calda e densa, come se nevicasse. Poi anche pietre nere roventi. Il mare sembra ritirarsi, lasciando sulla sabbia pesci agonizzanti. Il mio carissimo Pomponiano era fuori di sé, ho cercato di calmarlo raccontandogli che quei bagliori lontani che si vedevano lungo il fianco del Vesuvio potevano essere le case incendiate dai contadini prima di abbandonarle. Questa fuliggine rende difficile il respiro, ma ho cercato lo stesso di mostrarmi tranquillo. Addirittura mi sono seduto alla tavola del mio amico e ho cenato. Poi ho detto d’essere stanco e mi sono ritirato nella camera degli ospiti.