L’Indipendente, 21/11/2004 pag. 1, 2-3, 21 novembre 2004
Pompei si erge su una rada alla foce del fiume Sarno. Quel terreno piatto e fertile, ricco della vegetazione più rigogliosa, è un’antica piattaforma di lava, fuoriuscita dal Vesuvio in un’eruzione di cui si è persa la memoria
Pompei si erge su una rada alla foce del fiume Sarno. Quel terreno piatto e fertile, ricco della vegetazione più rigogliosa, è un’antica piattaforma di lava, fuoriuscita dal Vesuvio in un’eruzione di cui si è persa la memoria. A fondare la cittadella erano stati gli oschi. Poi erano arrivati i greci, il commercio si era intensificato, la città era cresciuta. I tanti prodotti dell’entroterra arrivano grazie al Sarno, che è navigabile. Al porto non mancano mai navi che portano ovunque il pregiato vino delle zone e la salsa di pesce, di cui molti vanno ghiotti. Si fa anche un gran commerciare della pietra pomice di cui le pendici del Vesuvio e le campagne circostanti abbondano: serve per arrotare e pulire i metalli. Da subito i pompeiani hanno imparato a difendersi dai romani, sempre più minacciosi. La prima volta che Pompei compare in un documento di storia è proprio per via di un’aggressione militare da parte di Roma: nel 302 a.C., durante la seconda guerra punica, l’ammiraglio romano Publio Cornelio approda alla foce del Sarno e con le sue ciurme risale fino a Nuceria abbandonandosi a ogni tipo di ruberia. Dura poco, giusto il tempo che si formi un’alleanza tra gli aggrediti che respingono indietro i romani. Pompei entra nei confini di Roma nell’ottantesimo anno prima dell’era cristiana, ma i vincitori ricordano la forte resistenza dei vinti: un terzo delle terre appartenenti ai cittadini viene assegnato ai veterani romani, che s’insediano lì per evitare eventuali moti d’indipendenza.