Giuseppe Bernardi, ཿil Giornale 24/12/2004, pagina 24., 24 dicembre 2004
All’epoca di Plinio il libro venita chiamato ”volumen” o ”rotulus”, e consisteva in un unico foglio di papiro (a Roma se ne contavano otto qualità diverse) fissato su un bastone di legno di bosso o d’ebano o altro materiale, che veniva arrotolato dalla fine (’umbilicus”)
All’epoca di Plinio il libro venita chiamato ”volumen” o ”rotulus”, e consisteva in un unico foglio di papiro (a Roma se ne contavano otto qualità diverse) fissato su un bastone di legno di bosso o d’ebano o altro materiale, che veniva arrotolato dalla fine (’umbilicus”). I volumina, riposti in giare, bauli, armadi o mobili costruiti appositamente (chiamati ”biblioteca”), erano molto pesanti. Lo stesso Plinio racconta che l’anziano Virginio Rufo, mentre leggeva in piedi un volumen piuttosto ponderoso, perse la presa, cercò di afferrarlo, cadde, si ruppe una gamba e in conseguenza di ciò morì.