L’Indipendente, 28/11/2004 pag. 1, 2-3, 28 novembre 2004
L’alba di Vandamme. All’alba del 2 dicembre 1805 la divisione Vandamme era schierata alla sinistra della divisione Saint Hilaire, esattamente sul centro del dispositivo francese, ai piedi dell’altipiano del Pratzen, che Napoleone aveva capito avrebbe rappresentato la posizione chiave della battaglia
L’alba di Vandamme. All’alba del 2 dicembre 1805 la divisione Vandamme era schierata alla sinistra della divisione Saint Hilaire, esattamente sul centro del dispositivo francese, ai piedi dell’altipiano del Pratzen, che Napoleone aveva capito avrebbe rappresentato la posizione chiave della battaglia. La sua tattica si basava sul fatto di essere riuscito a convincere il comando nemico di trovarsi in una tale situazione di vantaggio da potere sferrare un grande attacco contro i francesi. Il piano alleato, elaborato dal conte austriaco Weyrother sulla base di istruzioni impartite personalmente dallo zar Alessandro, prevedeva che russi e austriaci, organizzati in quattro gigantesche colonne scendessero dall’altipiano del Pratzen, dove avevano trascorso la notte, e si dirigessero prima verso ovest e poi verso nord in modo da attaccare i francesi da sud, tagliando loro la strada per una possibile ritirata verso Vienna, la capitale austriaca che avevano occupato un mese prima della battaglia e che adesso fungeva da base logistica per la Grande Armée. Attorno alle otto e trenta del mattino Napoleone giudicò che il movimento austro-russo si fosse già sviluppato a sufficienza e ordinò l’avanzata delle divisioni Vandamme e Saint Hilaire. La forza complessiva dei francesi che iniziavano a risalire il Pratzen era di circa 14.000 uomini. Sulla cima dell’altipiano incontrarono la quarta colonna nemica, composta dalle truppe russe del generale Miloradowitch e da quelle austriache di Kollowrath. Circa 24.000 uomini che, secondo il piano di Weyrother, avrebbero già dovuto essere scesi dall’altipiano. La manovra era stata però ritardata dal comandante dell’esercito alleato, il generale russo Kutusov, che non condivideva le scelte dello zar Alessandro e giudicava imprudente la decisione di combattere una battaglia offensiva contro un comandante del livello di Napoleone.