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 2004  dicembre 27 Lunedì calendario

Perry Anne

• (Juliet Marion Hulme) Blackneath (Gran Bretagna) 28 ottobre 1938. Scrittrice • «[...] lady incontrastata del giallo vittoriano, Anne Perry. Thomas Pitt nasce dalla curiosità dell’autrice nei confronti di Jack lo Squartatore, e di come vivevano e lavoravano coloro che, all’epoca, indagavano sul caso. Fa la sua prima apparizione nel 1979, ne Il boia di Cater Street, continua a risolvere misteri in ben ventitré titoli (l´ultimo, Seven Dials, è del 2003) e condivide dal 1990 il proprio successo con un secondo detective creato dalla Perry, William Monk, che agisce qualche anno prima del collega, a metà secolo. La dote di Thomas Pitt è non soltanto intellettiva: è etica. Grazie alla sua educazione, è un gentiluomo. Grazie alla sua provenienza, è un uomo del popolo. Ha dunque lo sguardo giusto per agire senza compromessi in una società dove è nettissima la divisione fra ricchi e poveri, e fra le parti della città che i due mondi si dividono. E la Perry, che ha dichiaratamente a cuore la rappresentazione delle due anime di Londra, delinea i termini del conflitto, e i confini entro cui si muoverà il caso, fin nelle prime pagine de Il battesimo. [...] abbastanza perché più di un critico avvicini Anne Perry a Dickens nel raccontare ”gli oscuri segreti e i mali che affliggono la società”. In effetti, chi volesse avventurarsi nell’incastonare in una definizione [...] la serie di Pitt, incontrerebbe non poche difficoltà nella scelta fra giallo e romanzo storico. Perché da un lato c’è la costruzione impeccabile dell’indagine su un delitto [...] indagine totalmente intellettuale, peraltro, perché fa evidentemente a meno del supporto scientifico che un’ambientazione contemporanea avrebbe potuto fornire. Dall’altro, c’è la restituzione di un’epoca che la Perry rende viva soprattutto attraverso le relazioni fra i personaggi: in particolare, i personaggi femminili. [...]» (Loredana Lipperini, ”la Repubblica” 10/3/2005). «[...] Se non amate il giallo ma il buon cinema la Perry la conoscete. Sicuramente. A 15 anni in Nuova Zelanda, a Christchurch, venne coinvolta in un feroce fatto di sangue, l’assassinio, a pietrate, della madre della sua migliore amica, che le costò 5 anni e mezzo di carcere minorile e la storia venne portata sul grande schermo nel ’95 dal regista neozelandese, poi signore della trilogia del Signore degli Anelli, Peter Jackson nella splendida, tragica pellicola, Heavenly creatures - creature del cielo. Juliet Marion Hulme, questo il vero nome della Perry, [...] nella vita non si è fatta mancare nulla. Oltre al feroce episodio citato, sul quale elegantemente glissa, giovanissima ha avuto gravissimi problemi di salute, tanto da non poter frequentare regolarmente le scuole, è stata hostess, ha lavorato in campo alberghiero e assicurativo, nella moda, nel noleggio d’auto fino a trovare la sua strada nel ’79 con Thomas Pitt intorno al quale ha creato un mondo superbamente vittoriano, affollato di comprimari godibilissimi. E sempre alternando la scrittura all’impegno nella Chiesa Mormone, fede abbracciata nel ’69 durante i cinque anni di soggiorno negli Stati Uniti. [...] Non ama, la Perry, i voli pindarici e quando le si chiede quale sia stato il primo approccio con la crime fiction di cui è divenuta maestra, la risposta è pronta, schietta, simpatica: ”All’inizio mi ero cimentata nell’avventura, sulle orme, per intenderci, del Rider Haggard de Le miniere di Re Salomone. Non funzionò. Tutti gli editori a cui mandai il libro lo respinsero. Così, per caso, con Il boia di Cater Street creai Pitt. Che piacque. Subito [...] Sono stata un’avida lettrice di Fratello Cadfael di Ellis Peters alla quale va riconosciuto il merito di aver lanciato il genere. E amo molto la scozzese Josephine Tey. I suoi sono libri dai meccanismi perfetti e l’ottimo stile [...] Ho davvero poco tempo per leggere, lo faccio per documentarmi, quello sì. Molto. Ricette di cucina, almanacchi, libri fotografici e di storia, vecchi cataloghi, giornali, riviste, memorie. Però mi piacciono Jonathan Kellerman, Jeffery Deaver, Lisa Scottoline. Del passato? La Tey. E John Dickson Carr-Carter Dickson [...] Scrivo rigorosamente a mano, non ho mai voluto imparare a usare macchina da scrivere e computer. Dalle 8 alle 10 ore al giorno. Sei giorni alla settimana. Poi riscrive tutto la mia fedele, insostituibile segretaria” [...]» (Paolo Zaccagnini, ”Il Messaggero” 24/12/2004).