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 2004  dicembre 23 Giovedì calendario

Brown Herbert

• Charles Londra (Gran Bretagna) 22 maggio 1912, Lafayette (Stati Uniti) 19 dicembre 2004. Chimico • «Studioso di fama mondiale, vincitore nel 1979 del Nobel per la chimica. Un riconoscimento ottenuto per gli studi iniziati fin dal 1936, all’epoca della sua tesi per il Ph.D, sui composti organici del boro. Idrogeno (H), carbonio (C) e boro (B), tre simboli per un nome: Herbert Charles Brown, che scherzava spesso su questa coincidenza. Tre iniziali che rappresentano i tre elementi fondamentali oggetto delle sue indagini. Forse un vero e proprio destino. ”Sono un esempio insolito di un chimico che finì a perseguire la carriera accademica perché non riusciva a trovare un posto nel mondo del lavoro”, si scherniva Brown, il cui primo obiettivo fu per molti anni proprio quello economico. Nato a Londra il 22 maggio 1912 in una famiglia di origine ebraica proveniente dall’Ucraina, a soli due anni si trasferisce a Chicago, dove il padre occidentalizza il cognome Brovarnik in Brown. Malgrado gli ottimi risultati negli studi che gli permettono di diplomarsi a soli 12 anni, nel 1926, in seguito alla morte del padre, Herbert deve lasciare la scuola e prendersi cura della famiglia. Ma, prima il sostegno materno e poi i suoi stessi sacrifici (farà anche il venditore di scarpe) gli permettono di riprendere gli studi e appassionarsi alla chimica. Sono gli anni della grande Depressione ed è anche la mancanza di lavoro che spinge lo studioso a perseguire i suoi interessi. Nell’autunno del 1935, grazie a una borsa di studio, Brown frequenta l’università di Chicago, dove, ispirato da un libro donatogli dalla fidanzata e futura moglie Sarah Baylen The Hydrides of Boron and Silicon, inizia le sue ricerche sugli idruri di boro. Ottenuto il Ph.D nel 1938 e appreso che a Chicago non ci sarebbe stato spazio per lui, Brown si sposta alla Wayne University a Detroit, dove diventa professore associato. Nel 1947 Henry B. Hass della Purdue University lo invita a insegnare presso il suo Dipartimento di chimica, dove resterà fino alla pensione, nel ’78, quando gli viene conferito il titolo di professore emerito. L’attenzione di Brown inizialmente si focalizza su una classe di composti inorganici noti come idruri di boro. In seguito, scopre che i composti del boro possono anche essere utilizzati per sintetizzare molecole contenenti carbonio. Apre così un campo completamente nuovo: il boro come elemento di reazioni organiche. Crea inoltre un’intera classe di composti, gli organoborani, che grazie agli sforzi di Brown e dei suoi colleghi, si sono rivelati tra i reagenti più versatili mai creati nella storia della chimica organica. grazie a essi che gli atomi di carbonio possono legarsi fra loro in una grande molteplicità di forme che prima erano impedite. Gli organoborani aprono così una nuova ed economica via per costruire molte molecole usate in farmacologia e agricoltura. Sono proprio gli sviluppi in questi campi così fondamentali per la salute e la sopravvivenza dell’uomo che determinano l’assegnazione del Nobel a Brown. Un riconoscimento che è ben felice di condividere con l’amico Georg Wittig della University of Heidelberg, interessato allo studio dei composti organici del fosforo. Un impegno anche civile e umanitario quello di Brown, che sarà tra i 110 Nobel a firmare l’appello per ”I prossimi cento anni”. Per un’attenzione ai poveri e diseredati, che per primi subiranno le conseguenze del surriscaldamento del pianeta ”provocato da pochi ricchi”. La ricerca di una stabilità mondiale che deve passare attraverso strumenti concreti, quali il trattato sui missili balistici, la convenzione sui cambiamenti climatici, i trattati strategici sulla riduzione di armi, il trattato sul bando dei test nucleari. Perché la sensazione sempre più presente è che il futuro di ciascuno dipende dal contributo di tutti, un po’ come in una reazione chimica in fondo» (Sara Capogrossi, ”il manifesto” 22/12/2004).