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 2004  dicembre 19 Domenica calendario

Mondanità parigina. Il suo arrivo fu preparato da una vera e propria campagna pubblicitaria organizzata dalle autorità piemontesi presenti a Parigi

Mondanità parigina. Il suo arrivo fu preparato da una vera e propria campagna pubblicitaria organizzata dalle autorità piemontesi presenti a Parigi. E così anche la sua prima apparizione pubblica, attesa da tutta la città, venne calcolata fino al minimo dettaglio. Alla prima festa a cui partecipò alle Tuileries, si presentò strategicamente alle due di notte quando la serata era all’apice e l’imperatrice Eugenia, appesantita dalla gravidanza, era già andata a dormire. Il successo che ebbe quella sera fu clamoroso e si ripetè, uguale a se stesso, nelle numerose serate successive. Non di rado capitava che per qualche capriccio improvviso decidesse di starsene a casa, snobbando importanti serate e fingendo improbabili malesseri. Quando però partecipava lo faceva alla grande. Il che certo non era economico. Si racconta di quando decise di farsi confezionare un costume di tulle d’oro ornato di stelle. La stoffa era introvabile. Il marito la cercò dappertutto. Ma nulla. Un amico a cui aveva confessato il suo dramma promise di aiutarla. E le trovò il tulle. Bisognava però confezionare le stelle. La casa divenne un laboratorio e il lavoro fu completato in tempo. Ma la sera della festa, guardandosi allo specchio, non si piacque, si strappò il vestito e se ne andò a dormire. Le occasioni mondane si susseguivano freneticamente, nella grandeur parigina del Congresso di Pace post guerra di Crimea (febbraio-aprile 1856), quando delegazioni di tutta Europa lì confluivano per parteciparvi. Tra questi, naturalmente, anche il conte di Cavour, che finalmente riuscì a sottoporre la questione italiana all’attenzione dei grandi d’Europa. Nei suoi piani c’era sostanzialmente il raggiungimento di una sorta di Padania sotto l’egemonia piemontese. La cosa non era semplicissima: l’Austria, mantenutasi neutrale durante la guerra, non aveva dato il minimo pretesto alla Francia per essere in qualche modo osteggiata. Tuttavia il cuore di Napoleone III batteva per l’Italia. Il dubbio che il suo atteggiamento durante il Congresso sia stato influenzato dalla sua passione per la contessa, c’è e rimane. Dopo la firma del Trattato di pace quando i delegati stavano già preparando le valigie, infatti, l’imperatore fece proseguire i lavori e mettere all’ordine del giorno una mozione per discutere dello stato di oppressione dei paesi italiani.