L’Indipendente, 19/12/2004, 19 dicembre 2004
Il journal di Virginia. L’imperatore era piuttosto sensibile al fascino femminile. Aveva già una moglie, l’imperatrice Eugenia, attraente sembra, che ovviamente non gli bastava
Il journal di Virginia. L’imperatore era piuttosto sensibile al fascino femminile. Aveva già una moglie, l’imperatrice Eugenia, attraente sembra, che ovviamente non gli bastava. Bello non era bello, ma il suo fascino, o più probabilmente quello del suo potere, mieteva numerose vittime. Ma era scostante. Le sue storie non duravano mai più di sei mesi. Almeno fino a quando arrivò Virginia. Fu il re che si assunse personalmente l’incarico di prepararla alla sua delicata missione. Cavour, poco prima che lei partisse per Parigi, le scrisse: «Riuscite, cara cugina. Usate tutti i mezzi che vi pare, ma riuscite». Questa lettera fu una delle poche che si salvò dalla distruzione operata, in seguito alla morte di Virginia, dai servizi segreti sabaudi e francesi per eliminare lettere scottanti che si trovavano nelle sue case: corrispondenza con Vittorio Emanuele II, con Cavour, con Pio IX, con Napoleone III. E non era poco, se è vero che Virginia era una grafomane. Scriveva molto e non buttava via niente. Scriveva, in italiano e in francese, lettere a matita per conservare la carta da ricalco. Si faceva restituire le lettere più importanti, postillando con un R.S.V.P. (rendre s’il vous plait). stato grazie al suo Journal, il diario che teneva fino da ragazzina e nel quale annotava tutto, che è stato possibile ricostruire la sua vita. Prima ancora di utilizzare un cifrario diplomatico, aveva elaborato un linguaggio cifrato per celare la parti più piccanti: ”e” stava per abbracci; ”b” per baci; ”bx” per baci e oltre, ”f” per rapporto completo. Giunse, dunque, il giorno della partenza. A Parigi la contessa si trasferì insieme al marito, all’oscuro di tutto come sempre, ma che fungeva da copertura. Capo di gabinetto privato e primo scudiero del re, gli furono procurate numerose missioni all’estero. Non che fosse mai stato un problema per Virginia averlo intorno. Non era mai stato di ostacolo ai suoi piani e ai suoi divertissement. Se ne andava a dormire mentre lei ”conversava” sul divano con l’amante di turno. Era anche geloso, il poverino, ma evidentemente poco furbo...