L’Indipendente, 19/12/2004, 19 dicembre 2004
La più bella creatura di dio. Il giorno in cui la morte se la portò via, il 28 novembre del 1899, Virginia Oldoini aveva 62 anni
La più bella creatura di dio. Il giorno in cui la morte se la portò via, il 28 novembre del 1899, Virginia Oldoini aveva 62 anni. Era nata il 23 marzo del 1837, da genitori cugini di primo grado che avevano in due meno di quarant’anni. Una madre frivola e mondana e un padre poco padre ma molto interessato ai vantaggi che la posizione della figlia poteva offrirgli. Fin da bambina ebbe un’alta considerazione di se stessa. Sapeva perfettamente di essere bella e fino d’allora, e poi per tutta la vita, ne trasse ogni beneficio possibile. Modestamente si autodefinì «la più bella creatura che Dio ha messo al mondo»; più volgarmente Rattazzi la chiamò «la vulva d’oro del nostro Risorgimento». Trascorse la sua adolescenza tra Firenze, la città materna che attraversava un momento di splendore grazie al Granduca Leopoldo, e La Spezia, dove i suoi genitori avevano stabilito la loro dimora, nuovo e importante centro di vita mondana estiva. Vi villeggiavano i reali piemontesi, il re Vittorio Emanuele II con la regina malaticcia Maria Adelaide, il conte di Cavour, Massimo D’Azeglio, scrittori come George Sand e molti illustri nobili. Inserita da sempre nel giro di quelli che contano, fu soprannominata per la prima volta ”Nicchia” da Massimo d’Azeglio. Ricevette la sua prima dichiarazione d’amore a undici anni e a sedici cedette alle avances di quello che fu il primo di una lunghissima serie di amanti, Ambrogio Doria. Difficile calcolare quanti siano stati: un suo biografo ci ha provato e arrivato a quarantatre si è arreso. Il povero marito che, in seguito a quell’episodio, fu scelto per lei, il torinese Francesco Verasis conte di Castiglione, passerà tutta la vita innamorato, cornuto e indebitato a causa di una moglie a altissimo mantenimento. Quando lui chiese la sua mano, di tutta risposta lei si presentò fasciata di nero, insomma vestita a lutto. Per tutta la vita non interruppe mai le sue relazioni, più o meno saltuarie che fossero. La più duratura sarà quella con il re Vittorio Emanuele II, incontri sporadici ma prolungati negli anni.