L’Indipendente, 05/12/2004 pag.1, 2 e 3, 5 dicembre 2004
Era la sera di lunedì 3 agosto 1778. Era stata una giornata afosa a Milano, di quel caldo che non si dimentica facilmente
Era la sera di lunedì 3 agosto 1778. Era stata una giornata afosa a Milano, di quel caldo che non si dimentica facilmente. Era la sera della prima, la prima assoluta. Per la prima volta, e da lì come avrebbero fatto nei secoli a venire, sempre una volta all’anno, i milanesi si accalcarono in quella che sarebbe diventata piazza della Scala. Tante le personalità presenti: gli arciduchi Ferdinando d’Austria e Beatrice d’Este, il ministro plenipotenziario conte Firmian, il governatore di Milano Francesco Maria, duca di Modena. Tra gli spettatori si potevano scorgere il conte Pietro Verri e il marchese Cesare Beccaria, che dividevano il palco. Sembra strano, ma quella sera ci fu qualche problema di traffico, tanto da fare pubblicare cinque giorni dopo un avviso per tentare di regolarne il flusso, con tanto di blocco della circolazione per i non residenti: «Si avvisa che le carrozze conducenti i rispettivi padroni al teatro debbono cominciare la fila dalla piazza del Duomo andando per la contrada di San Raffaele e la contrada del palazzo di Tommaso Marino fino sotto il portico del teatro. Si avverte il pubblico, che per evitare la confusione, o l’interrompimento della fila suddetta, rimane superiormente proibito ad ogni altra carrozza, che non sia degli abitanti nelle dette contrade, il passaggio per le medesime dalle ore 24 fino alle due e mezzo di tutti i giorni di recita». La città nei giorni precedenti era stata tappezzata da manifesti nei quali si annunciava l’inaugurazione del Nuovo Regio Ducale Teatro con l’Europa Riconosciuta, dramma per musica. Totale la referenza alle autorità a cui la serata era dedicata, nulli i riferimenti agli autori e ai protagonisti dell’opera, nessuna citazione dei due balli dati quella sera stessa, Pafio e Mirra ossia i Prigionieri di Cipro e Apollo Placato. Autore di Europa Riconosciuta era Antonio Salieri, il libretto di Mattia Verazi, poeta di corte. Prima che a Salieri, l’invito a inaugurare la prima della Scala era stato rivolto a Gluck, già compositore dal 1774 della corte imperiale di Vienna. Il maestro era stato costretto a rifiutare la «ben gradita ed onorevole offerta», perché impegnatissimo a comporre due opere per l’Opèra di Parigi. Il successo della prima fu strepitoso. La mattina dopo sulla Gazzetta di Milano si leggeva: «Lo spettacolo ebbe un felicissimo incontro e il pubblico restò soddisfatto». Già tre mesi prima, la sera del 28 maggio 1778, mezza Milano era stata colta dalla notizia della prima ”prova d’orchestra” al nuovo Teatro Grande. La prova era parsa perfetta e il 3 giugno sulla Gazzetta di Milano si gridava quasi al miracolo.