Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  dicembre 20 Lunedì calendario

Nel summit mondiale dei buddhisti a Yangoon Myanmar (Rangoon in Birmania, fino a poco tempo fa) si è parlato dello stato di crisi della Via nelle sue molteplici forme (Piccola, Grande e Media)

Nel summit mondiale dei buddhisti a Yangoon Myanmar (Rangoon in Birmania, fino a poco tempo fa) si è parlato dello stato di crisi della Via nelle sue molteplici forme (Piccola, Grande e Media). Il 54 per cento dei giapponesi si considera buddhista o shintoista, ma «la grande maggioranza della gente va nei luoghi santi, o nei templi, solo per una festa all’anno». In Thailandia uno studioso ha avanzato l’ipotesi di una possibile scomparsa, a medio termine, del buddhismo come religione di massa. La Cambogia paga lo stato disastroso del monachesimo locale: suicidi collettivi, pedofilia, uso di droghe, violenza e atti di indisciplina collettiva. L’occupazione cinese in Tibet ha identificato sin dall’inizio nel monachesimo buddhista l’avversario principale e ha infierito su conventi e templi cercando di desertificare la pratica religiosa. Invece il regime militare del Myanmar, che ha finanziato e ospitato il summit (suscitando pollemiche e cancellazioni), ha fiutato l’affare turistico legato ai tetti dorati delle pagode e alle tonache arancioni dei monaci.