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 2004  dicembre 17 Venerdì calendario

NIRENSTEIN Fiamma (Nirensztejn) Firenze 18 dicembre 1945. Giornalista. Scrive sul Giornale (prima a ”La Stampa”)

NIRENSTEIN Fiamma (Nirensztejn) Firenze 18 dicembre 1945. Giornalista. Scrive sul Giornale (prima a ”La Stampa”). Nel 2008 eletta alla Camera col Pdl • «Ha fatto perdere la testa a parecchi uomini, eppure non ha né l’aspetto né i modi della femme fatale. Non è civetta, è travolgente. Bionda, minuta, occhi azzurrissimi. [...] inviata speciale un po’ dappertutto, editorialista per ”La Stampa” e ”Liberal”, autrice di libri, per due anni direttrice dell’Istituto italiano di cultura in Israele, poi corrispondente da Gerusalemme [...] ”Io sono una vera figlia del dopoguerra, sono nata dall’incontro di un soldato alleato, un giovane polacco delle Jewish Brigades, immigrato in Israele, unico scampato della sua famiglia all’Olocausto, e una ragazza fiorentina. Lui era con un gruppo di soldati ebrei palestinesi che volevano liberare l’Europa dai nazisti, lei era una giornalista comunista. Io sono nata a Firenze in un ospedale militare inglese, extraterritoriale. Sono nata extraterritoriale, e in fondo tale sono rimasta [...] Nel 1967, siccome ero una bambina cattiva, una che scappava di casa, che portava minigonne da retata della Buoncostume, che ballava il rock and roll, che faceva nottata al Piper, i miei mi mandarono in un kibbutz, in alta Galilea, proprio ai confini con Siria e Libano. Era un kibbutz molto ideologico, molto di sinistra e quando scoppiò la guerra dei Sei giorni ero lì [...] La guerra vera l’ho fatta, senza più fucili, quando sono tornata: io mi ero iscritta a Nuova Resistenza fin da quando avevo sedici anni, poi al Pci quando andai all’università, i miei amici erano i compagni del Pci. Quando tornai dal kibbutz mi trattarono da fascista, Israele per loro era un Paese imperialista [...] Per me la sinistra era la salvezza dopo l’Olocausto, la lotta al nazifascismo, era emancipazione femminile, modernizzazione, a me della collettivizzazione dei mezzi di produzione non me ne fregava niente, non condividevo nulla dell’estremismo sociale di quell’epoca, credevo di essere comunista, in realtà ero radicale, così come quando credevo di essere femminista in realtà ero libertaria. Il tema del potere mi ha sempre lasciata un po’ stupefatta e anche la violenza. Nel Sessantotto, a una manifestazione, un’amica mi mise un ferro da stiro nella borsa. Io non capivo. Per darlo in testa a un poliziotto, disse lei. Io ero allibita”. [...]» (Lidia Ravera, ”Sette” n. 27/1999). «[...] ha impalmato in seconde nozze Ofer Eshed, cameraman di Gerusalemme, città in cui vive. ”Dal mio quartiere sento gli spari dell’Intifada, così sono la prima a essere informata” [...] è un caposaldo del giornalismo italiano per tutto ciò che riguarda l’ebraismo. in Israele dal 1991, anno in cui Gianni De Michelis. allora alla Farnesina, la fece direttore dell’Istituto italiano di cultura. Un motu proprio, perché Fiamma non è della parrocchia Psi. ”Avevo solo chiara fama di intendermi di Israele. Se De Michelis mi incontra, non mi riconosce nemmeno”. La gestione durò due anni e, dice Fiamma, ”fu molto lodata”. Poi Paolo Mieli la assunse alla ”Stampa” come corrispondente. Lei andrebbe altrove ”anche su Venere. Il mio cuore è sempre pronto a nuove avventure”, ma il bailamme palestinese la inchioda. [...] la sorella Susanna. giornalista di ”Repubblica” [...] ”Il giornalismo l’ho poppato con il latte” [...] Ingredienti della dieta, mamma Vanda Lattes, del ”Corriere della Sera”, e babbo Alberto, nato in Polonia, corrispondente di ”Al Hamishmav”, giornale israeliano ipersinistro. ”La mia è una famiglia fiorentina di ebrei radicati. Io ho abbandonato per prima il sentiero bolscevico”. Ciò non le ha impedito di iscriversi virgulta al Pci, di contestare a Lettere, di fondare ”Rosa”, giornale femminista. Il casino che più l’ha toccata non è il ”68, ma il movimento del ”77. Però era contraria agli eccessi. tanto che fu tacciata di tradimento per ciò che scriveva del ”movimento” su ”Paese Sera”, il giornale di esordio. Dopo ha fatto il giro dei settimanali, ”L’espresso”, ”Panorama”, ”Epoca”, ”L’Europeo”, e quello del mondo. Ha scoperto i precedenti nazisti di Kurt Waldheim e fatto mille altri scoop tv con Gianni Minoli, scritto libri, ”Una carriera meravigliosa”, riassume [...] Del primo marito, Franco Camarlinghi poi assessore Pci di Firenze, è rimasta amicissima. Il legame con Ernesto Galli della Loggia l’ha arricchita [...]» (Giancarlo Perna, ”Capital” ottobre 2001).