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 2004  dicembre 17 Venerdì calendario

Ibrahim Abdullah

• (Adolph Johannes Brand) Capetown (Sudafrica) 9 ottobre 1934. Pianista • «[...] un artista davvero grande, un nomade ed esule che ha scritto - spesso con l’inchiostro del dolore, sempre con quello della consapevolezza e dell’impegno - pagine memorabili del jazz e della musica nell’ultimo cinquantennio (la sua prima registrazione risale al 1954, con la big-band sudafricana dei Tuxedo Slickers). [...] emerge dalla scena sonora sudafricana ricca di svariate influenze, dai ritmi degli Xhosa alla musica del carnevale di Cape Town, dall’innodia protestante al marabi che è uno stretto parente, in terra d’Africa, del ragtime e del blues. Il jazz nella Repubblica Sudafricana ha svolto un ruolo centrale (contrario ad ogni tribalismo e neotribalismo) nella lotta antiapartheid fin dagli anni Trenta; il pianista è stato sia erede che protagonista di una vicenda poco conosciuta ma basilare per capire l’ampia e creativa diaspora di artisti provenienti dal sud del Continente Nero (da Chris McGregor a Miriam Makeba, da Louis Moholo a Hugh Masekela). Ibrahim, in particolare, è partito da un linguaggio vicino al free ma innervato da ritmi e vocalità sudafricane per giungere a una musica che tende alla classicità ed è estremamente eufonica. [...] Il versante più legato alla musica etnica della poetica di Abdullah Ibrahim si coglie in un duetto del 1988 (Earth Bird) in cui suona un flauto in bambù, con effetti vocalizzanti, e Billy Higgins un cordofono nordafricano, il guimbri. Il polistrumentismo del pianista si amplia al sax soprano in Ishmael (1976), tesa esecuzione in trio dalla fitta trama percussiva che lo vede a New York insieme a Cecil McBee e a Roy Brooks. Ancora al soprano, in un quartetto pianoless, è Ibrahim in Imam (1979). Torna la voce a dominare in Siya Hamba Namhlanje (1983), registrazione live con il canto xhosa di Johnny Classens Kumalo, il piano del leader e un trio afroamericano con Carlos Ward alle ance. [...]» (Luigi Onori, ”il manifesto” 16/12/2004).