L’Indipendente, 12/12/2004 pag. 1-2/3, 12 dicembre 2004
Diversamente da quanto è accaduto in Italia con Ernesto Teodoro Moneta, l’Austria non si è dimenticata affatto del suo premio nobel per la Pace
Diversamente da quanto è accaduto in Italia con Ernesto Teodoro Moneta, l’Austria non si è dimenticata affatto del suo premio nobel per la Pace. Anzi, il volto che appare sulle monete austriache da due euro è proprio quello di Bertha Von Suttner, premiata nel 1905. Figlia di un anziano feldmaresciallo asburgico, il conte Franz Joseph Kinsky, e di una giovane poetessa, Bertha nasce a Praga nel 1943. Rimasta orfana di padre e caduta in povertà, trova lavoro a Vienna come governante in casa del barone von Suttner e si innamora del figlio Arthur, di sette anni più giovane. Nel 1876 risponde a un annuncio per una sistemazione a Parigi come segretaria di Alfred Nobel. «Mi fece una favorevole impressione. Aveva appena 43 anni, era piuttosto piccolo e con la barba nera, i suoi lineamenti non erano né belli né brutti, la sua espressione era più illuminata dagli occhi azzurri che esprimevano bontà. Il tono della voce era ora malinconico, ora ironico. Grazie alle lettere che ci eravamo scambiati, non ci sentivamo affatto estranei». Poco dopo Bertha torna a Vienna e sposa in segreto Arthur. I due fuggono nel Caucaso e per nove anni vivono degli scarni proventi dell’attività letteraria di lei. Intanto la baronessa prosegue il carteggio con il melanconico Nobel, convinto che la produzione di esplosivi micidiali avrebbe reso impossibili nuove guerre. Nel 1889 pubblica il romanzo Giù le armi!. Il successo è enorme: da un giorno all’altro la von Suttner e il movimento pacifista di cui fa parte sono sulla bocca di tutti. Comincia a tenere conferenze e a partecipare a convegni in Europa e in Usa, crea nuove associazioni e lancia appelli . E nonostante il suo impegno sul campo sia criticato perché giudicato poco ”femminile”, lei rimane convinta fino alla fine della sua missione di pace. Nel 1895 Alfred Nobel stende il suo testamento nel quale ricorda in particolare Bertha von Suttner, la designa come colei alla quale spetta per impegno e volontà il premio per la pace e lo istituisce in suo onore. A lei sarebbe dovuto andare il primo, invece lo riceve solo nel 1905, perché consegnare il primo Nobel per la pace proprio a una donna lo avrebbe dequalificato. Negli anni successivi Bertha continua la sua propaganda a favore del disarmo totale di tutte le nazioni e dell’istituzione di una corte di arbitrato che risolvesse i conflitti internazionali facendo ricorso al diritto e alla non violenza. Malata di cancro, muore il 21 giugno 1914: pochi giorni dopo scoppia la prima guerra mondiale.