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 2004  dicembre 12 Domenica calendario

Vittima di amnesia Negli ultimi anni della sua vita l’evoluzione dei fatti storici gli crea più di un problema di coscienza

Vittima di amnesia Negli ultimi anni della sua vita l’evoluzione dei fatti storici gli crea più di un problema di coscienza. Cerca, in varie occasioni, di conciliare la sua passione di combattente risorgimentale con la sua profonda vocazione alla pace, ma questi tentativi non gli impediscono di cadere in alcune evidenti contraddizioni: nel 1911 appoggia la guerra italo-turca per l’occupazione della Libia e con lo scoppio della prima guerra mondiale sostiene la necessità dell’ingresso nel conflitto dell’Italia, nella convinzione che entrambe le guerre avrebbero contribuito alla realizzazione di un nuovo e duraturo ordine in Europa. Il suo atteggiamento, in apparenza incomprensibile dopo decenni di propaganda pacifista, va collocato nel clima politico e sociale in cui si forma Moneta: un grande uomo, acuto, sagace, lungimirante e proteso verso la realizzazione di un’idea modernissima di pace, ma pur sempre un figlio del suo tempo, un patriota garibaldino. Tuttavia sono forse proprio queste contraddizioni che hanno segnato ingiustamente la sua fama. Dimenticato dai pacifisti che non gli hanno perdonato il suo appoggio a una guerra coloniale e alla carneficina della prima guerra mondiale. Dimenticato dagli storici, monopolizzati in massa dallo studio del fascismo e dei suoi protagonisti. Dimenticato dagli europeisti intenti a celebrare solo i padri fondatori dell’Unione. Dimenticato dai milanesi che hanno lasciato che il suo immenso archivio (corrispondenze inedite con Garibaldi, Mazzini, Cavallotti, Turati, Pareto, Lombroso, De Amicis, Tolstoj, il carteggio tra Nino Bixio e Garibaldi, una dettagliatissima cronaca delle Cinque Giornate di Milano, la documentazione sulla spedizione in Sicilia ecc.) andasse in parte definitivamente disperso e in parte seppellito tra polvere e nidi di piccioni nella soffitta di una villa di Missaglia in Brianza. Qualche scritto, per fortuna, è stato recuperato in extremis dal Museo del Risorgimento di Milano, prima che fosse battuto all’asta da Christie’s. L’ultimo articolo della sua vita, pubblicato il 20 gennaio 1918, dal titolo Wilson, Justitia et pax, è dedicato all’esaltazione del discorso tenuto dal presidente americano al Congresso degli Stati Uniti con la proposta dei 14 punti per il mantenimento della pace internazionale. Moneta muore colpito da una polmonite il 10 febbraio 1918. Un anno dopo verrà ratificato quel Patto della Società delle Nazioni che nelle attese del nobel milanese avrebbe dovuto segnare «la definitiva sistemazione pacifica del mondo».