L’Indipendente, 12/12/2004 pag. 1-2/3, 12 dicembre 2004
La non violenza di Tolstoj Dalle colonne del Secolo Moneta combatte anche alcune delle più impegnative battaglie pacifiste come quelle per scongiurare la guerra contro la Francia dopo l’occupazione di Tunisi nel 1881 e contro la guerra coloniale italiana in Eritrea nel 1885
La non violenza di Tolstoj Dalle colonne del Secolo Moneta combatte anche alcune delle più impegnative battaglie pacifiste come quelle per scongiurare la guerra contro la Francia dopo l’occupazione di Tunisi nel 1881 e contro la guerra coloniale italiana in Eritrea nel 1885. Nel 1887, su sollecitazione di Hodgson Pratt, fondatore dell’International Arbitration and Peace Association, impegnata nel raggiungimento della pace attraverso il disarmo, nasce a Milano l’Unione Lombarda per la Pace e l’Arbitrato Internazionale, alla cui fondazione Moneta collabora. Da questo momento inizia il terzo e più impegnativo periodo della sua vita: il 1° novembre 1896 lascia la direzione del Secolo per dedicarsi esclusivamente alla diffusione delle sue idee pacifiste: partecipa a congressi in giro per il mondo, tiene conferenze e discorsi, lancia appelli, organizza esposizioni e manifestazioni. Due anni dopo fonda la rivista quindicinale La Vita Internazionale, organo ufficiale dell’Unione Lombarda per la Pace, che raccoglie attorno a sé scrittori illustri e giovani di belle promesse: da Felice Momigliano a Vilfredo Pareto, da Gaetano Salvemini a Cesare Lombroso, da Ugo Ojetti a Ada Negri. Nel settembre del 1898 La Vita Internazionale, in collaborazione con la rivista parigina Humanité Nouvelle promuove un referendum tra i suoi autorevoli lettori e collaboratori sul tema del militarismo e della prevenzione della guerra. Tra i molti interpellati che rispondono, Leone Tolstoj che invia alla rivista italiana un lungo articolo dal titolo Carthago delenda est, in cui predica il pacifismo a oltranza e la non violenza, incitando i soldati alla diserzione, in nome del comandamento divino «non uccidere». La pubblicazione dell’articolo viene fatta precedere da una nota nella quale la direzione si dissocia dalla posizione di Tolstoj. Tale precisazione però non salva la rivista dall’immediato sequestro da parte dell’autorità giudiziaria con l’accusa di incitamento alla rivolta contro il servizio militare. Segue il processo davanti al tribunale penale di Milano, che vede imputato il gerente responsabile della rivista, il tipografo Antonio Dell’Orto. In difesa testimoniano Giuseppe Giacosa, Carlo Baravalle, Emilio De Marchi, cari amici e estimatori di Moneta. La sentenza è di piena assoluzione per inesistenza del reato.