L’Indipendente, 12/12/2004 pag. 1-2/3, 12 dicembre 2004
Giornalista e scapigliato Nel 1866 l’editore milanese Edoardo Sonzogno fonda Il Secolo, quotidiano di ispirazione democratica e progressista, paladino dei principi umanitari, che in breve diventa il giornale milanese più popolare, raggiungendo in pochi anni la tiratura di 30
Giornalista e scapigliato Nel 1866 l’editore milanese Edoardo Sonzogno fonda Il Secolo, quotidiano di ispirazione democratica e progressista, paladino dei principi umanitari, che in breve diventa il giornale milanese più popolare, raggiungendo in pochi anni la tiratura di 30.000 copie giornaliere: quattro pagine divise in cinque colonne. Il prezzo: cinque centesimi, alla portata delle tasche di media e piccola borghesia. Moneta vi entra come critico teatrale e dopo un anno, nel 1867 ne diviene direttore, mantenendo l’incarico per ben 29 anni. Il foglio raggiunge una larghissima popolarità anche perché egli mira a farne oltre che un giornale politico una pubblicazione per tutti, introducendovi romanzi d’appendice firmati da scrittori come Victor Hugo, George Sand, Giulio Verne, Alexandre Dumas; lo rende più vario e stimolante con rubriche divertenti, strenne, lotterie, premi riservati agli abbonati. Sua è l’idea, nuova per i tempi, di inviare i cronisti nei punti caldi dei moti, giornalisti che scrivono con slancio patriottico e in un italiano semplice, comprensibile alla maggioranza della popolazione. Più tardi, importa dalla Francia l’idea di una cronaca cittadina, che affida al capocronista Carlo Romussi (suo successore alla guida del giornale) inviando tutti i giorni redattori in municipio, alla polizia, in tribunale e all’ospedale, per dare voce ai protagonisti delle storie, che spesso sono povera gente. Il suo Secolo si caratterizza anche per le battaglie in favore delle conquiste sociali: istruzione obbligatoria e gratuita, biblioteche popolari, cucine economiche, spacci comunali, asili notturni, assistenza sanitaria, questioni salariali. Altra invenzione rivoluzionaria è un primo esempio di banca solidale, che facendo prestiti a un tasso molto basso, permette a tutti i dipendenti del giornale di comprare una casa. Quasi contemporaneamente, Moneta inventa una prima forma di cassa mutua: viene trattenuta una piccola somma dalla paga di tutti per pagare le cure mediche a chi ne ha bisogno, giornalisti e rispettive famiglie. Il giornale è anche luogo di convegno degli uomini più autorevoli della sinistra storica, quali Garibaldi, Menotti, Stefano Canzio, Giuseppe Missori, Carlo Antongini. Nel vivace ambiente del quotidiano fanno esperienza giornalisti che sarebbero poi diventati scrittori o direttori di giornali, come Eugenio Torelli Violler, fondatore e primo direttore del Corriere della Sera. Il Secolo si caratterizza anche per un anticlericalismo pittosto acceso che costa a Moneta litigi continui con la moglie, Ersilia Caglio, discendente di un’antica famiglia milanese. La donna, amica delle di lui sorelle, sposata nel 1874, è una fervente cattolica e mal sopporta l’atteggiamento del marito, fautore di un cattolicesimo laico e di una Chiesa che nulla abbia a che spartire con la politica. Severo polemista, austero e di rigidi principi, Moneta è anche uomo allegro, spiritoso e scanzonato, sa prendersi in giro, racconta barzellette e partecipa alla vita sregolata e un po’ ribelle degli intellettuali della Scapigliatura milanese come Emilio De Marchi, Edmondo De Amicis, Giuseppe Giacosa, Felice Cavallotti, Filippo Turati, con i quali si ritrova nei caffè, in un clima di grande rinnovamento artistico, politico e sociale, contribuendo allo sviluppo della cultura dell’epoca. Ogni giorno per pranzo si siede a quello che viene soprannominato ”il tavolo dei pittori” del ristorante ”L’orologio”, con Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Luigi Conconi, l’avanguardia artistica del periodo.