L’Indipendente, 12/12/2004 pag. 1-2/3, 12 dicembre 2004
Giovane garibaldino Ma, giovane patriota, imbevuto di spirito risorgimentale, cresciuto negli anni delle più intense battaglie per l’unità del Paese, dichiarerà nella sua autobiografia: «Prima di dare l’anima sua all’ideale della pace, egli la diede alla causa dell’indipendenza italiana»
Giovane garibaldino Ma, giovane patriota, imbevuto di spirito risorgimentale, cresciuto negli anni delle più intense battaglie per l’unità del Paese, dichiarerà nella sua autobiografia: «Prima di dare l’anima sua all’ideale della pace, egli la diede alla causa dell’indipendenza italiana». Infatti, nel 1849, alla vigilia della prima guerra di indipendenza, studente del Liceo di Brera (poi Parini), fugge da Milano con due suoi compagni per entrare come volontario nell’esercito piemontese, al di là del Ticino. Data la sua giovane età, il comitato lombardo di Emigrazione al quale si presenta, respinge la sua domanda e il giovane Moneta viene mandato a continuare gli studi a Ivrea. Nel 1859, con altri cinque fratelli, si arruola nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, l’anno dopo partecipa alla spedizione dei Mille e diviene aiutante di campo del generale Sirtori. Nel 1866 la battaglia di Custoza segna la svolta decisiva della sua vita: a 33 anni Moneta, colto, brillante, con un ricco bagaglio di esperienze, abbandona la carriera militare per intraprendere la via del giornalismo: lascia le battaglie delle armi per quelle del pensiero, che lo condurranno nel giro di pochi anni a un pacifismo sempre più convinto.