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 2004  dicembre 16 Giovedì calendario

VINCI

VINCI Alessio Lussemburgo 15 aprile 1968. Giornalista. Già capo della redazione romana della Cnn, dal febbraio 2009 conduttore di Matrix (Canale 5) • «[...] ha iniziato giovanissimo come stagista alla Cnn. I sei mesi di stage si trasformano in assunzione alla vigilia della Guerra del Golfo, durante la quale fu incaricato di coordinare i collegamenti via satellite dall’Arabia Saudita. Finita la guerra, grazie a un amico nell’ambasciata italiana a Mosca, riuscì a ottenere un visto turistico per entrare in Russia e raccontare il colpo di Stato anti Gorbaciov. ”Dovevo restarci tre mesi, sono rimasto cinque anni”. Nel 1996 venne trasferito a Berlino [...]» (Tommaso Pellizzari, ”Sette” n. 24/1999) • «[…] , una presenza video notevole, non ha bisogno di riporti e artifici facciali, chi ha lavorato con lui ne apprezza la capacità di cogliere l’essenziale di una notizia. Esattamente l’opposto del medio anchorman italico da Transatlantico. Oltre all’italiano parla il tedesco, il francese, l’inglese e il russo. lussemburghese di padre siciliano, Enrico Vinci, giurista esperto in istituzioni comunitarie è stato segretario generale del Parlamento europeo. Frequenta il liceo alla Scuola Europea di Lussemburgo, si iscrive a Scienze Politiche alla Statale di Milano, ma alla fine degli anni 80 con una borsa di studio inizia a collaborare alla Cnn di Atlanta. Quando scoppia la prima guerra del Golfo viene assegnato al pool che segue l’evento, di cui cura e produce le dirette tv. Finita la guerra torna in Italia, ma quando gli arriva la notizia del golpe in Russia si fa avanti e propone alla Cnn di seguire la cosa. In Russia resterà cinque anni coprendo gli anni critici, da Boris Eltsin fino alla guerra in Cecenia. Nel ”96 viene trasferito alla redazione di Berlino fino alla guerra del Kosovo che seguirà da Belgrado, anche in questo caso prendendo lui l’iniziativa, riuscendo a convincere in anticipo la Cnn ad aprire un ufficio di corrispondenza. Questo gli permise di seguire prima in diretta i bombardamenti americani sulla capitale poi la rivolta che fece cadere il regime di Milosevic. Tornato a Roma seguirà tra l’altro tutta la lunga agonia di Giovanni Paolo II i suoi funerali e l’elezione del nuovo Papa Benedetto XVI. Al tempo fu invidiatissimo dai suoi colleghi vaticanisti per essersi accaparrato la terrazza di Propaganda Fide, negoziandola con il Cardinal Sepe, in assoluto la miglior location possibile per girare servizi tv su piazza S. Pietro. Altro sensibile motivo d’invidia la sua bella moglie americana, con cui ha una bambina […] molto sportivo, gioca a tennis, racconta che più di una volta se l’è vista brutta in territorio di guerra. Nel ”95 in Cecenia fu sfiorato dai bombardamenti a Grozny, poi in Afghanistan nel carcere di Mazar e-Sharif un detenuto si è fatto saltare in aria con una granata a pochi metri da lui. […]» (Gianluca Nicoletti, ”La Stampa” 17/2/2009).