Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  dicembre 14 Martedì calendario

BLASI

BLASI Gianfranco Potenza 29 maggio 1958. Politico. Di Forza Italia. « un cattolico a 24 carati. Eletto con Forza Italia, collaboratore del quotidiano ”Avvenire” e attivo nell’associazionismo, gli sarà sembrato naturale, quando i pm di Potenza Henry John Woodcock e Vincenzo Montemurro lo hanno messo di fronte all’evidenza dei suoi incontri con il boss Renato Martorano, replicare: ” vero. Ma l’ho fatto per motivi di carità cristiana, volevo riportarlo sulla retta via”. I pm hanno sorriso eppure la faccenda è seria. La richiesta di arresto nei confronti del parlamentare di Forza Italia per i suoi rapporti con il boss risale al 22 novembre 2004. La Camera non darà mai l’autorizzazione a procedere e il tribunale del riesame ha annullato molti arresti, compreso il segretario di Blasi, dando così fiato a chi vede nell’operazione della Procura di Potenza un fumo di persecuzione. Eppure i fatti raccontati nell’ordinanza del gip di Potenza, se pure possono essere insufficienti a giustificare gli arresti, appaiono seri. E basta leggere le carte dell’inchiesta per capirlo. Si scopre così che il 5 aprile 2001 Gianfranco Blasi, il politico più importante della destra in Basilicata, appena ottiene il via libera per la sua candidatura alle elezioni, comunica all’amico mafioso la novità: ”Tutto bene, tutto bene, ho firmato, sono in pista”. E anzi fissa al boss Martorano un incontro per la mattina successiva: ”Ci prendiamo un caffè”. A questo punto sarà allora opportuno ricordare chi è Blasi: il responsabile delle politiche del Sud del primo partito italiano. E chi è Renato Martorano: un mafioso già arrestato per traffico di armi e condannato per mafia con sentenza passata in giudicato, e già scontata in carcere. Mentre aspettava il verdetto dell’appello su un secondo processo per mafia (sarà condannato nel 2003), il boss intratteneva rapporti con gli imprenditori e i politici più in vista della città, a destra e a sinistra. Ecco il ritratto che ha fornito di lui un pentito, Salvatore Calabrese: ”Martorano si occupava di traffico di stupefacenti e di spaccio di monete false. Da quello che so la droga, soprattutto cocaina, veniva acquistata in Calabria [...] in quantità abbastanza rilevanti. La stessa veniva poi distribuita nelle zone limitrofe. Poca parte dello stupefacente veniva immessa sulla piazza di Potenza proprio per non destare eccessiva attenzione delle forze dell’ordine”. Martorano era addirittura il rappresentante della ”ndrangheta a Potenza. Eppure, il boss dell’organizzazione criminale era trattato come un caro amico dal responsabile di Forza Italia per il Mezzogiorno. Negli atti dell’inchiesta ci sono le prove di incontri di Martorano con i Pesce di Rosarno, tra le famiglie più pericolose di tutta la Calabria. Oltre a Martorano, Blasi frequentava anche un altro mafioso arrestato dal gip di Potenza su richiesta dei pm Woodcok e Montemurro, Pio Albano. L’onorevole era alla festa del matrimonio della figlia di Albano. ”Per pura cortesia”, ha detto Blasi. [...] In un solo caso Blasi ha ammesso di essersi mosso per spingere una richiesta. La carità cristiana non c’entra, commenta il Gip, Blasi aveva ”piena consapevolezza della caratura criminale del Martorano”. Anzi la usava per ”conseguire i vantaggi connessi a tale caratura, in particolare in termini di consensi elettorali”» (Marco Lillo, ”L’Espresso” 14/12/2004).